Il PD fuori dall’oblio incolore
di Marcello Buttazzo –
Elly Schlein inevitabilmente sta spostando l’asse del Nazareno a sinistra. Per anni, il Pd ha stagnato in un oblio incolore, penalizzando talvolta i ceti meno abbienti. Finalmente con la neosegretaria si possono compattare i diritti sociali e quelli civili, il pane e le rose. Ciononostante, i dem non possono abbracciare derive “estreme”, devono far convivere le varie realtà: quella laica e socialdemocratica, quella cristiana e cattolica, l’associazionismo, le questioni ambientali, l’apporto dei sindaci. Ha pienamente ragione Lorenzo Guerini, allorquando afferma: “Quello di cui sono convinto è che esista uno spazio, una porzione di elettorato e di società a cui il Pd, anche nella valorizzazione della propria pluralità, deve e può parlare”. I democratici dovrebbero essere un partito comunitario, di ampia coesione sociale, attento preminentemente alle istanze della classe media e dei soggetti più poveri, dei diseredati, degli esclusi, dei senza voce. Se alle ultime elezioni politiche, una parte rilevante dei più disagiati economicamente ha votato per Fratelli d’Italia o ha preferito astenersi, un motivo fondato ci sarà. In questi anni, il Pd con politiche economiche e lavorative discutibili (tipo Jobs act, e altro) ha allontanato tante persone. Per Elly Schlein si apre una nuova stagione, è l’ora di approntare un vero grande partito popolare di centrosinistra, che di fatto non è mai esistito.
Marcello Buttazzo
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