di Marcello Buttazzo –

Questo è il tempo delle emergenze vere e di quelle fittizie. Una pervicace vulgata politica propagandistica ha tutto l’interesse per diffondere una visione parziale della realtà effettiva, che sia funzionale e strutturale alla propria particolare propaganda. Ogni schieramento politico, ovviamente, ha alcune precipue priorità, che servono, fra le altre cose, per prescegliere e definire l’identità culturale d’appartenenza. La politica dominante, diciamo più correttamente quella governativa, segue poi dettami non sempre integralmente indispensabili. Questa è l’era di “Dio, patria e famiglia”, e tutto deve essere rigorosamente italiano. Questo poderoso governo Meloni ha annunciato che, con l’avvento del prossimo anno scolastico, debutterà il Liceo del Made in Italy. Ma ne avevamo davvero bisogno? Le parole della sottosegretaria all’Istruzione e al Merito, Paola Frassinetti di Fratelli d’Italia, sono alte e solenni: “Abbiamo identificato un vuoto nel settore della formazione, cruciale sia per l’economia che per la cultura italiana: la promozione delle eccellenze italiane, un tesoro nazionale”. Chissà se, al contempo, Paola Frassinetti e i suoi valorosi compagni di viaggio si saranno anche accorti che gli stipendi dei professori italiani sono i più bassi in Europa, che alcuni edifici scolastici sono fatiscenti e, a volte, cadono a pezzi, che l’eccessiva burocratizzazione mortifica e svilisce la fantasia e l’alacrità di docenti e discenti. La sottosegretaria Frassinetti ha aggiunto, inoltre, che il nuovo Liceo del Made in Italy comprenderà materie come economia politica, storia, geografia, storia dell’arte, due lingue straniere, e letteratura italiana. Che bella e rivoluzionaria novità! È veramente avvilente che la priorità di questi politici di destra sia “sviluppare una classe dirigente capace di valorizzare e proteggere le eccellenze italiane”.

Marcello Buttazzo