di Antonio Stanca –

Un altro saggio, L’innominabile attuale, di Roberto Calasso è uscito di recente allegato a “la Repubblica”. É impegnato a percorrere tempi estesi, ad indagare su importanti avvenimenti, fenomeni umani, sociali, materiali, spirituali. Lo aveva scritto nel 2017, quattro anni prima di morire, ed era risultato un’opera interessante perché vicina agli ambienti moderni.

Calasso è nato a Firenze nel 1941 ed è morto a Milano nel 2021, aveva ottanta anni ed un notevole numero di romanzi e saggi costituiva la sua produzione. Particolare rilievo avevano assunto le opere riconducibili a quel genere letterario nuovo, sorto alla fine del Novecento e detto della scrittura-narrativa o del romanzo-saggio. Sono opere che si propongono di collegarsi con la storia, la vita passata, di scoprirvi i valori, i principi che l’hanno guidata e mostrare come si siano continuati, siano giunti a valere anche in tempi recenti. Un recupero del bene passato, una dimostrazione che non è andato perduto, una prova che la storia non s’interrompe, non cambia completamente ma si continua nelle sue regole più importanti voleva ottenere il Calasso. Alla preistoria, al mito, alla leggenda, alla favola risaliva nei suoi romanzi-saggi e segnali di quell’antichità scopriva, indicava nel presente, nella modernità. Vi riusciva così bene da sorprendere, da farsi ammirare anche perché chiaro, facile era il modo, il linguaggio col quale esponeva tali argomenti.

Molto letto, molto tradotto è Calasso specie quando si mostra impegnato a compiere questa operazione di rivalutazione, ricostruzione di quanto era diventato lontano e rischiava di perdersi per sempre. È un umanesimo il suo che tende a colmare le distanze, a scoprire nell’uomo la possibilità, i mezzi per ottenere una continuazione.

L’innominabile attuale è soltanto un saggio ma anche qui, soprattutto nella prima parte detta “Turisti e terroristi”, può essere notata quella tendenza del Calasso a muoversi tra passato e presente, a cercare i fili che permettono di collegarli, a mostrare come sia possibile, come sia vero. Ad essere studiato, rappresentato è il passaggio avvenuto in tempi moderni dalla condizione religiosa a quella secolare, è l’immenso, infinito movimento che un simile fenomeno ha determinato nella vita, nella storia. Tutto di esso ha esaminato il Calasso, luoghi, tempi, eventi, documenti, personaggi, la sua è stata una ricerca senza limiti e le sue considerazioni tra le più interessanti. Valga per tutte quella che stabilisce come anche adesso, anche quando sembra si sia giunti a non avere più bisogno del religioso, del divino, è esso cercato e attuato, sette, atti terroristici, giacché impossibile è risultata una sua assenza totale.

Continuando il Calasso passa a dire, nell’opera, di tanti particolari, di tanti piccoli episodi relativi agli anni che precedettero, a quelli che videro e agli altri che seguirono la seconda guerra mondiale. Non solo in Europa vaga il suo sguardo ma dappertutto, nel mondo, e di tutto riferisce riuscendo molto interessante giacché poco o niente si sapeva di certe cose, della loro importanza, della loro funzione in un momento così particolare.

Un’accurata revisione di quest’altro passato compie Calasso e dopo un percorso tanto lungo sconsolata è la constatazione di essere arrivati oggi ad un mondo che ha perso consistenza, che come i suoi strumenti, primo tra tutti quello della comunicazione telematica, è diventato capace di sapere, di dire di tutto e di non farlo valere, di affermare e negare, illuminare e oscurare, iniziare e finire, essere il diritto e il rovescio di ogni cosa. Ha perso ogni certezza quel mondo, non ha neanche un nome, l’“innominabile attuale” è diventato.

Finita è l’umanità dopo un processo che, nelle previsioni, avrebbe dovuto salvarla da ogni pericolo. Finito è quell’uomo che tanto sicuro si era sentito da negare, annullare tutto quanto lo aveva preceduto.  Molte volte si erano dette queste cose ma stavolta lo si è fatto con la cura dello studioso, l’attenzione del critico, la convinzione della vittima. Stavolta non era più possibile scoprire i modi, i mezzi per continuare come aveva sempre fatto il Calasso!

Antonio Stanca