di Antonio Stanca-

Lo scrittore inglese Graham Swift è nato a Londra nel 1949, ha sessantanove anni. Ha studiato a Cambridge e poi si è dedicato all’insegnamento di Letteratura e lingua inglese. Nel 1980 ha esordito come scrittore col romanzo Il padrone gentile, al quale sono seguiti altri romanzi e pure racconti. Nel 1981 ne Il volano avrebbe trattato del senso di colpa ma sarebbe dovuto arrivare il 1983 perché Swift, col romanzo Il paese dell’acqua, diventasse uno scrittore noto anche in ambito straniero. L’opera sarà considerata una delle migliori nel contesto della narrativa inglese del secondo dopoguerra. In essa Swift si muove tra verità efantasia, fa di una regione inglese il motivo, il tema di una vicenda che non è solo reale ma anche ideale.

Nel 1992, col romanzo Per sempre, affronterà problemi filosofici, esistenziali quali quelli della solitudine, dell’alienazione alle quali hanno portato i tempi moderni. Li combinerà con altri problemi filosofici che provenivano dall’epoca vittoriana e che ancora erano presenti nella cultura, nel pensiero inglese.

Nel 1996 con Ultimo giro, ambientato nella classe operaia, i temi saranno quelli della vecchiaia e della morte.

Molti riconoscimenti ha ottenuto Swift per la sua narrativa, alcuni romanzi sono stati trasposti in film. Sempre impegnato si è mostrato ad affrontare, nelle sue opere, problemi interiori,dell’anima, dello spirito, sempre abile nel mettere a nudo le più sottili pieghe del pensiero, del sentimento, nel valutare la funzione, il valore del sogno, del ricordo, nel rendereogni aspetto dell’interioritànel suo rapporto, nel suo confronto con l’esterno. Una serie lunghissima di casi umani, di problemi psicologici, di questioni morali avrebbe rappresentato Swift nei suoi romanzi, senza sosta avrebbe proceduto nel loro studio, niente di essi avrebbe trascurato, capace si sarebbe mostrato di rendere tutto con un linguaggio molto appropriato e nel contempo molto scorrevole. Ricca è la lingua di Swift, tanto ricca da non limitarsi a rappresentare ma da giungere a far apparire concreto, reale quel che dice.

Da situazioni,vicende, persone della vita quotidiana egli muove sempre e sempre si va addentrando in quanto di esse non si vede, non appare, sempre va cercando, spiegando quanto c’è dietro di loro.

Così avviene pure in Un giorno di festa, romanzo che Swift scrisse nel 2016 e che a Novembre del 2017 la casa editrice Neri Pozza di Vicenza ha riproposto con la traduzione di Luca Briasco. E’ una delle opere più recenti dello scrittore inglese ed anche una delle più complesse se si tiene conto come in essa sia egli riuscito a partire da una semplice storia d’amore, quella tra la serva Jane e il giovane suo padrone Paul, e giungere ad un quadro completo dell’epoca alla quale i due appartengono.

Il romanzo ha vinto l’Hawthornden Prize e questo conferma che Swift ha acquisito oggi una tale padronanza dei contenuti e dei mezzi espressivi da potersi permettere simili risultati.

In quest’opera, ambientata nell’Inghilterra del 1924, in un clima, cioè, che sapeva di modernità ma che ancora non aveva annullato l’antichità, che sospeso stava tra passato e presente, Swift pone la storia di Jane e Paul e netrae gli elementiper una storia più ampia, quella che avrebbe fatto del loro tempo un’epoca determinante, fondamentale per la vita, la società, la politica, l’economia, la cultura, l’arte, per tutto quanto in Inghilterra ne sarebbe conseguito.

Come altre volte lo scrittore inizia da una vicenda comune, quotidiana e la segue nei suoi sviluppi che diventano tanti, si estendono oltre ogni misura, comprendono tante situazioni, tanti ambienti, tantieventi. Una costruzione geniale risulterà quella di Swift, un percorso nel quale tutto quel che accade è necessario, è vero ma contiene pure significati che vanno oltre perchéfanno parte di pensieri, di sentimenti che rimangono lontani, inappagati. Una situazione perennemente divisa tra realtà e idealità permanenel romanzo. E merito ulteriore di Swift è quello di essere riuscito a renderla senza molta azione ma solo con le parole, con i dialoghi che corrono tra i suoi personaggi, con un discorso che si sposta continuamente da una situazione ad un’altra, da una persona ad un’altra facendo procedere contemporaneamente tanta vita, tutta la vita come, infatti, avviene nella realtà. Non c’è luogo, non c’è tempo per il suo discorso ché tutti raggiunge ovunque siano e in ogni momento.

Essenziali sono, quindi, le parole per uno scrittore che di tutto vuol dire e mentre succede. Identificarsi vuole la scrittura di Swift con la complessità, la varietà della vita. Vuole riflettere, comprendere la sua totalità, vuole farla propria, vuole essere la vita!

Antonio Stanca