di Rita Minuscuglio –

Caro ministro, perché dovremmo assomigliarti?
Noi salentini viviamo di mare, di terra, di arrivi e di partenze, siamo le lacrime di chi ci ha preceduto, il sangue versato, le vite perdute come ossi di seppia portate a riva dalla risacca, siamo l’umanità dolente, abbandonata alla deriva.
Questo mare é il nostro abbraccio in movimento alle civiltà.
La nostra è terra di bellezza e di durezza, cuore scavato nella pietra, anima che scorre sotterranea in fiumi e rivoli come sangue nelle vene in un corpo riarso. La nostra esistenza per esistere non può recidere le radici che ci legano e ci collegano a quelle lacrime venute da lontano.
Il nostro Salento è terra di rimorso e di rinascita, vive la vita soffrendo e danzando, non ci voltiamo indifferenti quando i nostri fratelli sanguinano.
Noi siamo i Messapi, il popolo di mezzo: fatti di vento, tempeste e ginestre. Siamo il respiro lungo fra oriente e occidente, siamo speranza, siamo fatti di Grecia, Albania, Turchia, siamo Africa ,Asia, accogliamo e rilasciamo culture e bellezza come onda di marea. Noi siamo il Mediterraneo e tu, ministro, il distruttore, qui Non sei il benvenuto!

Rita Miscuglio