di Albino Mello –

In questo smarrimento politico, un Golem si aggira all’interno della nostra società. L’ubriachezza esistenziale dettata da un sistema consumistico, virtualmente indotto da falsi miti e avulso da ogni capacità critica, derivante da una mancanza di conoscenza e culturalmente debole alla base (la scuola), ci ha portato a vivere e convivere con modelli sociali privi di qualsiasi visione politica tesa a una progettualità (dal dove vogliamo andare), ad una perenne “tiriamo a campare”. Solitamente da ormai troppi anni, l’utopia, il sogno, l’immaginario, cancellati dalla nostra memoria storica, da quella presente e futura, il nulla, ha occupato tutti gli spazi lasciati orfani da un aclasse dirigente (neanche più scelta da noi) accecata da interessi individualistici, perdendo completamente di vista i bisogni essenziali dell’intera umanità e le conseguenze di questa tragedia è tangibile e sotto gli occhi di chi sa cogliere questi ormai reali segni di disastro planetario; drogati da sostanze allucinogene non vogliamo più guardare, scomparsi ormai da questo scenario i valori etici, morali e sociali, inseguendo modelli aridi di sentimenti e totalmente assenti di capacità empatiche “del riconoscere l’altro nell’io” ma ritenersi parte integrante di un tutto (anche se ti credi assolto sei comunque coinvolto).

Il fottersene di tutto e di tutti è il nuovo Deus con il quale conviviamo. Le antiche tensioni sociali dettate nei secoli scorsi da slogan quali: “libertà, fraternità, uguaglianza”,  “la terra a chi la coltiva”, “le fabbriche agli operai”, “equa distribuzione delle risorse per tutti”, “accogliere e integrare”, una solidarietà vera e non fittizia nascoste da forme di razzismo di Hitleriana memoria verso gli oppressi, i diseredati, i poveri, chi è costretto per vari motivi a delinquere e tanto altro, io Vi chiedo di tornare a sognare un  mondo diverso, forse la “bellezza salverà il mondo” non ci sarà ma almeno ci avremo tentato, torniamo a parlarci, a scambiarci idee a condividere a guardarci negli occhi, a partecipare a manifestare a far sentire la nostra voce nell’assenso e nel dissenso, facciamoci sentire umani, non escludiamoci da chi decide per noi il nostro futuro, e magari aspirare finalmente a divenire una società democratica degna di questo aggettivo. Buona vita a tutti