di Marcello Buttazzo –

Sui social, gli haters hanno attaccato e insultato volgarmente e sconsideratamente la nuova ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova. Un gruppo consistente di perdigiorno della Rete ha offeso e dileggiato la politica salentina. La sua imperdonabile “colpa” sarebbe quella d’aver indossato al giuramento un abito blu elettrico e d’aver conseguito solo il diploma di terza media. Ignoranza, sessismo, razzismo, discriminazione, di questi accaniti e compulsivi odiatori del Web? Sì, certo, tutto questo. Si potrebbe replicare che ogni persona sia libera d’indossare ciò che desidera.
Un vestito blu elettrico è poi altamente poetico.
Sarebbe piaciuto moltissimo, ad esempio, al poeta Dino Campana, proprio perché elettrico ed elettrizzante come i suoi versi. Qualcuno storce il naso sul titolo di studio? Per Bellanova è evocativo il suo esemplare curriculum vitae di donna, da sempre, impegnata al fianco dei più deboli, dei più diseredati. “Si è laureata all’università della lotta sociale”, ha sostenuto Andrea Orlando. Stupisce in negativo anche la maldestra superficialità dell’ex radicale Daniele Capezzone, che, vedendo il vestito della ministra, ha commentato: “Carnevale? Halloween?”. Povero Capezzone. Farebbe bene a fare una costante autocritica sulla sua carriera politica: lui che è passato dalle posizioni libertarie pannelliane a quelle proibizionistiche e conservative di Gasparri.

Marcello Buttazzo