Recalcati tra storia e mito
di Antonio Stanca –
Il complesso di Telemaco è un’opera dello psicoanalista Massimo Recalcati. Risale al 2013 e l’anno scorso è stata ristampata da Feltrinelli nella serie “Universale Economica” – SAGGI.
Recalcati è nato a Milano nel 1959, qui si è laureato in Filosofia ma in seguito i suoi interessi si sono orientati verso la Psicologia e la Psicoanalisi. In questi ambiti ha ottenuto risultati sempre più importanti, i suoi studi gli hanno procurato frequenti riconoscimenti, le sue opere sono state tradotte in molte lingue, giornali e televisione hanno richiesto suoi interventi. E’ docente universitario presso l’Università di Pavia, Psicopatologia del comportamento alimentare, e di Verona, Psicoanalisi e Scienze Umane.
Quel che caratterizza il pensiero del Recalcati è l’attenzione alle novità che i tempi moderni hanno apportato alla Psicoanalisi, a come questa si è comportata, confrontata con le nuove condizioni di vita individuale e collettiva. Continuo è nei suoi studi l’esame dei problemi che da tale confronto sono insorti. Apprezzabile è da ritenere il lavoro del Recalcati per essersi assunto un impegno così importante e per averlo continuato fino ad oggi, per non essersi arreso alle sue difficoltà. Si è giunti, infatti, a dubitare del valore, della funzione della psicoanalisi in un mondo dominato dalla scienza, a pensare di metterla da parte in nome della psicologia o della psichiatria, a preferirle la cura medica del caso in esame. Ed è stato grazie a studiosi come Recalcati in Italia ed altri nel mondo che la psicoanalisi ha continuato a valere, che si è continuato a ritenere importante la scoperta, la ricostruzione, l’analisi del problema da curare.
Per Recalcati e gli altri suoi pari serve spiegare, chiarire le cause, lo sviluppo di un comportamento deviato, serve trovare le origini e in queste la cura. È un lavoro che eleva chi lo conduce, che lo pone in una dimensione superiore rispetto ai suoi compagni di strada. È un lavoro che porta lontano, che è fatto di lunghe ricerche ma è il lavoro proprio della psicoanalisi, quello al quale Recalcati non ha mai rinunciato. Ampie, estese, articolate sono sempre state le sue opere compresa questa, Il complesso di Telemaco, dove si propone di mostrare come sia cambiato il rapporto tra genitori e figli nel corso del tempo, come i tempi moderni abbiano messo in crisi la figura del padre.
Parte, quindi, da quando era un rapporto di conflitto e lo identifica con la leggendadi Edipo. Questi si scontra con il padre, lo uccide, giace con la madre ma poi, disperato, si acceca. Fallita era, perciò, quella maniera di rapportarsi col padre.
Era venuta poi, in tempi più recenti, un’altra maniera, quella che non distingueva tra genitori e figli, che li voleva tutti uguali, tutti uniti all’insegna del godimento diffuso. La leggenda di Narciso sembra a Recalcati idonea a significare quest’epoca che, come l’altra, è finita male, ha avuto gravi conseguenze.
Non rimane che sperare nel recupero, nel ritorno del padre non come padrone né come pari ma come colui dal quale si proviene, colui che si vuole continuare e migliorare. L’età di Telemaco sarebbe questa per il Recalcati perché Telemaco gli sembra la figura più adatta a rappresentare il figlio che attende il padre, che da lui trae forza e coraggio, da lui apprende quanto gli è necessario per procedere, per ereditare il suo esempio e migliorarlo.
Ampiamente trattato, rappresentato, illustrato è in quest’opera il percorso compiuto nella storia da questo rapporto. Recalcati è partito dalla sua fase più antica ed è finito alla più recente sempre tramite un linguaggio molto chiaro, molto semplice ed una documentazione tra le più ricche. Sono opere le sue alle quali andrebbe attribuito anche un valore formativo. Esse non solo fanno sapere, fanno imparare ma educano, formano e sarebbe bene farne oggetto di studio per i giovani in età scolare. Si permetterebbe loro di sapere di più edi assumere elementi importanti per la propria età, la propria vita
Antonio Stanca
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