di Antonio Stanca –

Le regole dello Shangai è un recente romanzo dello scrittore napoletano Erri De Luca. È stato pubblicato da Feltrinelli nella serie “I Narratori”.

Nato a Napoli nel 1950, De Luca ha esordito nella narrativa alla fine degli anni Novanta. Aveva quasi quarant’anni e in molti modi si era applicato: era stato traduttore di lingue antiche, aveva studiato e appreso lingue straniere, aveva fatto giornalismo e teatro, aveva scritto di poesia. Si era pure cimentato nella narrativa ma a pubblicarla avrebbe iniziato nel 1989 col romanzo Non ora, non qui, il primo della lunga serie di romanzi e racconti, alcuni in collaborazione, che lo avrebbe tenuto impegnato fino ad oggi. Dalla vita quotidiana, dalle persone di ogni giorno, dalle loro esperienze, dai loro pensieri, dalle loro azioni, avrebbe De Luca ricavato i motivi delle sue narrazioni. Non sarebbe, però, rimasto nella cronaca, sarebbe asceso a significati superiori, avrebbe perseguito finalità che andavano oltre la contingenza, principi, valori di carattere ideale. Saranno qualità, virtù che lo scrittore farà impersonare, nelle opere, da figure solitarie, cariche di fascino, di prestigio, da eroi positivi, quelli che si sono formati da soli tramite le più diverse esperienze, i più sofferti sacrifici, le più difficili prove. Saranno i personaggi che ricorreranno in De Luca, campeggeranno, assorbiranno l’intero spazio della sua scrittura. A una fonte che dispensa verità sembrerà di stare con loro e così succederà in Le regole dello Shangai. Qui la figura carismatica è il vecchio della montagna, quello che si attenda sulla neve al confine tra l’Italia e l’Austria e trascorre molta parte del suo tempo a giocare da solo allo Shangai, gruppo di bastoncini che una volta lasciati cadere su un piano vanno raccolti e riordinati senza urtare o muovere l’unico di colore nero. In realtà il vecchio ha fatto parte del servizio segreto americano, del controspionaggio e, nonostante l’età, ancora vi appartiene, ancora cerca di farvi assumere persone giovani, di arruolarle. In una zona di confine gli riesce più facile ottenere certi risultati. Lo fa dai tempi della guerra fredda, quella venuta dopo la seconda guerra mondiale e svoltasi mediante operazioni segrete, di spionaggio volto a rilevare quanto si pensa, si fa, si prepara nell’ambito militare di nazioni eternamente rivali. La situazione era durata fino a tempi recenti, ultimo Novecento, quelli dove De Luca ambienta la sua storia giacché allora fa andare nella tenda del vecchio, durante una gelida notte d’inverno, una ragazza gitana in fuga dalla famiglia. Ha quindici anni, la volevano sposare con un anziano, è fuggita, viene dalla Slovenia e in quella tenda trova accoglienza e ristoro. Tra lei e l’uomo inizierà un rapporto, uno scambio, un confronto di pensieri, opinioni, convinzioni. Stavolta, però, a valere non saranno solo le posizioni di lui ma anche quelle della ragazza. S’incontreranno, si scontreranno nei loro discorsi sulla vita, sulla storia, nelle loro osservazioni intorno a principi, valori di carattere assoluto. Colpito rimarrà il vecchio dalla novità, spontaneità, sicurezza della giovane, non penserà di farla arruolare nei servizi segreti, vorrà lasciarla libera e a lui vicina. È convinto di essere una piccola parte dell’immenso ingranaggio che forma la storia, una rotella minima tra le tante di quegli orologi che aveva imparato a riparare, il bastoncino nero che nel gioco dello Shangai non va mosso. Lei, invece, crede negli astri, nei loro movimenti, li interpreta, crede nei segni della mano, li legge, la sua è una visione più ampia, comprende il mondo, l’umanità. Seguiva i genitori nelle fiere e leggeva la mano a chi glielo chiedeva. Il passato, il futuro, il destino erano stati elementi propri della sua formazione.

Tra lei e il vecchio il gioco dello Shangai sarà uno dei modi della loro convivenza durante la quale a nuove verità, nuove acquisizioni perverranno. Un incontro casuale sembrerà trasformarsi nel loro destino. Scopriranno di avere molto da dirsi, da imparare l’uno dall’altro, non smetteranno di cercarsi. Ad un’altra vita sembreranno essere approdati. Durerà il loro rapporto anche quando si saranno divisi, quando si scriveranno da lontano, quando lei, rimasta vedova e con figli, si arruolerà nei servizi segreti senza mai dire che il vecchio non glielo aveva chiesto. Lo salverà da una grave situazione come lui aveva fatto con lei quella notte nella tenda. L’uomo morirà e la donna erediterà la sua figura, la sua magia.

Con loro De Luca si conferma ancora una volta capace di riuscire insolito, originale, nuovo. Alla ricerca di quanto non si vede, non si sente, non si dice, di quanto nella vita rimane nascosto si è messo lo scrittore, nei segreti dell’anima vuole addentrarsi, coglierli, svelarli vuole. Sono percorsi difficili, richiedono situazioni, costruzioni particolari, personaggi complessi, servono gli ambienti necessari: è il merito maggiore di questo scrittore!

Antonio Stanca