di Marcello Buttazzo –

L’omofobia è una brutta piaga, una malsana iattura, che non dovrebbe mai allignare minimamente in una società libera, emancipata, civile. L’omofobia è una infida e rozza tendenza delle persone vuote, ignoranti, inutili. Purtroppo, nel nostro Paese, i cittadini e le cittadine Lgbt talvolta sono vittime sacrificali, con insulti, discriminazioni e violenze varie, di gente ammantata di bullismo e di povertà esistenziale. L’antidoto contro l’omofobia non sono, ovviamente, solo le strette securitarie, ma la cultura capillare, un diffondere consapevolmente il seme fecondo dell’alterità, della comprensione, del rispetto. Epperò, al cospetto di malcelati differenzialimi, ben vengano anche normative specifiche, all’uopo strutturate. In tal senso, la “legge Zan” contro l’omotransfobia, che il nostro Parlamento non si decide ad approvare, è una misura di salvaguardia, di tutela. La normativa, se dovesse entrare in vigore, istituirebbe anche il carcere per chi commette atti di discriminazione fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità. È prevista, tra le altre cose, una giornata nazionale contro l’omofobia e lo stanziamento di 4 milioni di euro per strutture che operano in questo campo. Il ddl contro l’omotransfobia è passato alla Camera. Ora è bloccato al Senato.

I partiti progressisti vorrebbero approvare la “legge Zan “; il centrodestra, invece, non considera il provvedimento prioritario. C’è un sentito dibattito, nel Paese. Soprattutto i cattolici e gli schieramenti più di destra oltranzista (Lega e Fratelli d’Italia) temono che una normativa precipua contro l’omotransfobia potrebbe addirittura intaccare la libertà di pensiero e di opinione. Inoltre, i Giovanardi, le Binetti, i Gasparri sono attivissimi nel proporre i loro intendimenti reazionari e di chiusura. Il centrosinistra, per fortuna, storicamente è sempre stato ben disposto alle conquiste dei diritti civili. Ultimamente, anche personaggi dello spettacolo sono intervenuti sulla questione. Alcuni con posizioni altamente paradossali e incredibili.  Ad esempio, Maurizio Coruzzi, detto Mauro, l’uomo di cui Platinette è l’alter ego, ritiene che la “legge Zan” contro l’omotransfobia sia liberticida. Il giornalista, autore televisivo e conduttore radiofonico, è ancora più preciso: “La legge Zan non serve a nulla. I veri discriminati oggi sono gli eterosessuali”. Non a caso, politicamente, Platinette stima molto Giorgia Meloni, acerrima nemica della normativa contro l’omotransfobia: “La leader di Fratelli d’Italia è la sola che ha preso una posizione politica chiara e incarna un concetto che sta alla base della democrazia”.  Il giornalista urla la sua lagnanza: “I gay siano tolleranti del diverso”. Insomma, Platinette ha davvero le idee molto chiare.


Marcello Buttazzo