di Marcello Buttazzo –

Il “devoto” ministro dell’Interno Matteo Salvini, notoriamente “ligio” al concetto di famiglia tradizionale e a tutti i relativi dogmi, ha intenzione di incidere significativamente sulla vita di questo Paese. Lui, si sa, è un antesignano delle lotte accese e popolari e si adopera, giorno e notte, per le sue meritorie battaglie di civiltà. La sua cultura profondamente cristiana e cattolica, che “esercita” tutti i giorni con le inerenti concezioni popolazionistiche e sui migranti e sui rom, gli impone di essere preliminarmente un difensore strenuo e integrale della cosiddetta “legge naturale”. Quindi è convinto che farà scomparire sui moduli della carta d’identità elettronica la dizione “genitore1” e “genitore2”. E farà ritornare le vecchie definizioni “madre” e “padre”. L’intento di Matteo padano è quello di cancellare, nei fatti, migliaia di famiglie arcobaleno. Prima che Salvini arrivasse al Viminale, nel nostro Paese, la società civile e i politici più illuminati hanno portato avanti (soprattutto fuori dai palazzi del potere) battaglie di valore per farci diventare più progrediti e al passo con i tempi e con il respiro lungo del mondo. La campagna retrograda e insensata del leghista ministro dell’Interno, che ci vuole ricacciare nel medioevo dei diritti, verosimilmente non andrà in porto. Per cambiare il vecchio decreto, la decisione deve essere condivisa con il ministro dell’Economia, con quello della Pubblica amministrazione. Si dovrà sentire il Garante della privacy e la conferenza Stato- Regioni. Inoltre, Salvini rammenti sempre che i “temi etici” non fanno parte del cosiddetto “contratto” di governo giallo-verde.

Marcello Buttazzo