L’atletismo politico di Sgarbi
di Marcello Buttazzo –
Vittorio Sgarbi attualmente è deputato della Repubblica, sindaco di Sutri, prosindaco di Urbino, presidente del Mart di Rovereto, della Fondazione Canova, di Ferrara Arte, ed altro ancora. Dal momento che è poco “impegnato”, quasi disoccupato, il critico d’arte ha deciso di guidare anche la lista di Forza Italia alle prossime elezioni regionali in Emilia-Romagna. I suoi obiettivi sono, come al solito, altisonanti e scoppiettanti, poiché mira a raddoppiare i voti degli azzurri, oggi in evidente declino. Ambisce, altresì, a mandare presto a casa questo governo giallo-rosa. E, dal momento che è un uomo notoriamente “immodesto”, conta successivamente di candidarsi alle Politiche, alla leadership del partito: “Se si vuole un sultano ci sono io. Io voglio fare di Forza Italia il partito del bello, delle lotte libertarie, laiche”. Con chi? Con il proibizionista Gasparri? Certo, Sgarbi politicamente non ha mai avuto le idee molto chiare. Come può Forza Italia diventare lo schieramento apripista e portabandiera di campagne d’una rilevante portata libertaria e laica? È sufficiente considerare l’arroccamento ideologico degli azzurri su tematiche come il “fine vita”, come l’eventuale legalizzazione delle droghe leggere. È sufficiente conoscere la posizione iperconfessionale d’una parte cospicua del partito del signore di Arcore sulla famiglia. C’è chi, ancora oggi, per compiacere e per blandire le alte gerarchie ecclesiastiche, in Forza Italia, difende a spada tratta la cosiddetta “legge naturale” come l’unica possibile.
Marcello Buttazzo
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