di Marcello Buttazzo –

Il governo Meloni è appena nato. Dovremo aspettare e vederlo all’opera prima di poter giudicare. Ma alcuni ministeri (detto senza alcuna polemica) appaiono decisamente mal definiti. L’ex radicale Eugenia Roccella, neomimistra alla Famiglia, alla Natalità, alle Pari opportunità, oggi ultraconservatrice confessionale, convinta che l’aborto sia sempre un omicidio, allarma tantissimo le cittadine italiane e l’opinione pubblica. La neoministra, figlia d’uno dei fondatori del Partito Radicale Franco Roccella, ha subito nel corso degli anni una incredibile metamorfosi culturale. Da giovane, folgorata da Marco Pannella, era sostenitrice giustamente dell’autodeterminazione e dell’autonomia morale femminili. Da un po’ di anni, invece, la neoministra del governo Meloni, porta avanti istanze più oltranzistiche di quelle di Massimo Gandolfini e di Marina Casini del Movimento per la Vita. Eugenia Roccella oggi denuncia la “pretesa” radicale, che rivendica l’”autodeterminazione dell’individuo”, come se la libertà di scelta fosse una mera ideologia. Molto rattristata per il cambiamento inverosimile di Roccella è Emma Bonino, che ha detto: “Da ex compagna di strada, Roccella si esprime come Meloni. Io sono preoccupata per i diritti civili, per lo ius scholae, per il matrimonio egalitario, per fine vita e eutanasia, per la legge contro l’omotransfobia, per il suicidio assistito”. Emma Bonino insiste nell’affermare che l’impostazione culturale di Roccella sia addirittura reazionaria. Attendiamo i primi pronunciamenti di questi politici vincenti. Forse, dovremmo prepararci a scendere in piazza per protestare civilmente e pacificamente, alfine di impedire una mortificazione sensibile dei diritti delle donne, dei cittadini. 

Marcello Buttazzo