di Marcello Buttazzo –

I migranti arrivano in continuazione sulle nostre coste. In Italia, la rete di accoglienza è in grave crisi, è al collasso. Il fatiscente hotspot di Lampedusa ospita tantissimi disperati delle acque e delle terre (e anche tanti minori non accompagnati). Le varie regioni d’Italia e i comuni sono in uno stato d’allerta. Più che mai opportuno è stato l’intervento del governatore del Veneto, Luca Zaia, che s’è appellato all’Unione europea: “Con questi numeri non si garantisce dignità. C’è bisogno che l’Europa scenda in campo e che si risolva il problema”. È vero, la politica immigratoria del governo Meloni (con la sua cultura strettamente securitaria e con la improvvida guerra alle navi Ong) è un po’ miope e poco liberale, ma qui il problema è a monte. L’Europa delle banche e della burocrazia ha il dovere morale di fare qualcosa di concreto. Bisogna prendere atto che fra i migranti ci sono richiedenti asilo, persone che hanno diritto allo status di rifugiato, ma anche cosiddetti migranti economici. Dobbiamo oltrepassare una antica ipocrisia semantica. Fuggire dalle guerre, dalle persecuzioni etniche, dai disastri ambientali, e scappare dalla nera miseria, è la stessa cosa. Tutte le genti, che si trovano in una situazione di desolazione, devono essere decorosamente accolte e redistribuite sul suolo della opulenta Europa. Tutte le genti devono ambire a ricevere il riconoscimento di cittadini del mondo.

Marcello Buttazzo