No alle trivelle! La voce della gente…
di Marcello Buttazzo
La Consulta ha dato il via libera al referendum antitrivelle, già ammesso dalla Cassazione. In primavera, probabilmente, i cittadini dovrebbero essere chiamati a esprimersi contro gli idrocarburi, che potrebbero sporcare le nostre acque. Contro le voraci, fameliche lobby petrolifere la strada maestra della consultazione popolare appare quella più praticabile, più liberale. Cosa c’è di più democratico e civile che chiedere alla gente se desideri mettere a rischio di inquinamento da combustibili fossili le straordinarie bellezze paesaggistiche? Cosa c’è di più partecipativo che chiedere a ciascuno di noi se sia giusto preservare i perturbabili e già precari equilibri della Natura, sovente sotto scacco per sciagurata mano antropica? In quest’era di ipersviluppo tecnologico e di iperprofitti, l’atteggiamento del nostro governo ha deluso ampiamente, perché ha concesso permessi alle multinazionali petrolifere, di fatto il lasciapassare per violare e per inficiare gli ecosistemi. Le associazioni ambientaliste del fronte “No Triv”e 9 Regioni italiane interessate ( tra cui Puglia, Basilicata, Marche, Calabria, Sardegna) possono esultare, perché si dà voce direttamente alla gente. La democrazia vera esige un coinvolgimento di massa, globale, dati sostanziali, e non semplici e sterili enunciazioni di principio. Pertanto, rattrista e sconcerta che il governo Renzi abbia cercato in tutti i modi di bloccare la consultazione popolare. I sondaggi danno una vittoria netta del fronte antitrivelle. Motivo primario che ha portato il “riformista” in camicia bianca e il suo saggio esecutivo a boicottare il referendum. L’ambiente va tutelato, salvaguardato sempre dalle azioni scriteriate e intrusive, che potrebbero deturparlo, devastarlo. Da cittadini pugliesi ci chiediamo, allarmati: come si può permettere di far trapanare il mare, anche 12 miglia dalla costa, nel meraviglioso parco delle Tremiti di adamantina bellezza, che rischierebbe di subire danni incalcolabili? Come si può permettere di far condurre ricerche di idrocarburi negli specchi d’acqua purissimi di Calabria, di Sardegna? Il pronunciamento della Consulta ringalluzzisce Greenpeace e Legambiente, che chiedono all’esecutivo “una moratoria di tutte le attività di trivellazione off shore e a terra, sino a quando non sarà definito un Piano energetico nazionale”. Sull’attaccamento e sulla protezione dei beni comuni, i politici arzigogolano e discettano e naufragano fragorosamente e continuamente nei salotti televisivi di prima e seconda serata. Sarebbe ora che il mare, l’aria, la terra, il Creato, vengano preservati, strettamente e rigorosamente, con contegnose e lungimiranti politiche ambientali.
Marcello Buttazzo
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