di Marcello Buttazzo

Questa società è nei fatti frammentata, sconnessa, dolente, sofferente. Questa triste società odierna paga un travaglioso pedaggio, ha un grave difetto di fondo: non sa riconoscere doverosamente i maestri, li depotenzia. E, per di più, ha ucciso i padri. Solo il padre giusto è colui che può fornire il senso di realtà, colui che ci fa entrare nella vita ordinaria e ci dà le dritte contegnose. Il buon padre e i desiderati maestri ci insegnano i dettami primari dell’etica della responsabilità, che è una mansione vitale e irrinunciabile, in specie in quest’era contraddittoria. Dio solo sa quanto si abbia necessità d’una morale condivisa, che come un collante unisca tutti i cittadini. E non è solo una questione di laicità o di attaccamento a una confessione: è qualcosa di più ampio. È vita che scorre e ci avviluppa. Laici e cattolici aderiscono a due diverse antropologie di riferimento; ciononostante, anche ad esempio su tematiche delicate e sdrucciolevoli come quelle bioetiche ed educative, si può sempre trovare un terreno comune d’intesa. In questa società disomogenea, con molte zone d’ombra, ben vengano le varie agenzie educative, che vogliono dedogmaticamente prendersi cura dei giovani. In questo mondo iperveloce, sovente ipergiudicante e castrante, bisogna saper proporre sane guide di riferimento. Un adolescente esige figure carismatiche cui ancorare i pensieri, i sogni, le attese, i desideri pellegrini, vagabondi. Gli adulti devono sventagliare nitidi strumenti per il confronto, devono saper donare linfa vitale, un cuscino morbido su cui dormire, fonti d’acqua pura. I ragazzi non devono mai essere manipolati, indottrinati, ma solo abbeverati. Devono poter respirare il cielo puro, il mare cristallino, aria di libertà e l'”arbitrio” della scelta responsabile, consapevole. In quest’era confusa, talvolta le politiche giovanili non sempre sono state all’altezza, non attrezzate a scandagliare prima di tutto un universo inquieto, in formazione. I modelli proposti e propagandati da alcuni adulti, come prototipi cui somigliare e vessilli da sbandierare con orgoglio, hanno mostrato solo una consistenza cedevole, hanno esaltato più che altro poveri e inconsistenti e fiacchi eroi di cartapesta. Ai giovani non servono, ad esempio, quei politici, “riformisti” in camicia bianca, che promettono loro bonus da 500 euro, solo per motivi demagogici. I giovani pretendono accortezze amorevoli, strutturali, non strumentali. E, inoltre, fuori dagli inasprimenti ideologici, dalle eterne diatribe fra morale laica ed etica tradizionale, che inevitabilmente seguono i loro differenti approcci, è necessario fra le altre cose concedere ai più ragazzini una corretta informazione contraccettiva. Sopratutto, dare loro una valida e capillare educazione sentimentale, affinché possano capire profondamente e intimamente la bellezza dei loro corpi da proteggere. Le relazioni affettive sono preziosissime, si fondano sull’onestà, sul rispetto dell’alterità, della diversità, del proprio unico e irripetibile progetto di vita, che si sublima nel riconoscimento del progetto di vita altrui. É fondamentale far capire che l’adempimento della propria libertà è la più nobile aspirazione da raggiungere, nella legittimazione della libertà degli altri: si può sempre edificare un cammino comune di complicità, di stima, di dialogo, di comprensione reciproca.

Marcello Buttazzo