di Gianni Ferraris

Ci sarà anche a Lecce la festa della liberazione. L’appuntamento sarà alle 10 in Piazza Partigiani.

Il 25 aprile è data importante, soprattutto ora che si scopre (finalmente) che “…La lotta di liberazione dal nazifascismo può essere considerata l’ultimo atto dell’Unità d’Italia. Nel 1861 i piemontesi arrivarono a sud per unificare la nazione, nel 1945 moltissimi meridionali (penso di non essere lontano dal vero a suggerire che almeno il 50% dei resistenti proveniva dal meriodione) combatterono nel centro nord e oltre mare (Grecia, Jugoslavia, Albania) per cacciare i nazisti, i numeri stanno parlandoci un linguaggio che abbiamo ignorato per troppo tempo…”  così mi dice Maurizio Nocera, sergretario provinciale ANPI di Lecce. I numeri parlano, è vero, nella sola provincia di Lecce, in fondo al tacco, si contano (al momento) 1801 partigiani combattenti e oltre 7000 deportati. I caduti sono stati 174 fra i soli partigiani. Qui dove la guerra non si combatteva in quanto gli alleati arrivarono prima, si renderà onore al ricordo delle 11 donne partigiane: Maria Teresa Sparacio, falciata da un nazista a Langhirano (Pr) mentre preparava documenti per il marito partigiano combattente ed accudiva le sue figliole. Alfarano Sieve Luigina, Caggiula Aida, Mileo Adele e sua sorella Amelia, Mosco Giulia, Scrimieri Carmela, Spano Maria Teresa, Fazzini Antonietta, Fiore Annunziata, Maggiore Antonia Maria, Tronci Elena. Erano staffette o combattenti, si trovarono, per ventura o per scelta, a nord e si unirono ai combattenti per la libertà.

E leccese fu Ludovico Patrizi di Cursi che è considerato il primo caduto della Resistenza italiana. Si trovava a Genova sul Ponte decimo, alla sua squadra venne ordinato di tenere la postazione e non far passare i nazisti, assiame a 4 commilitoni venne ucciso la notte dell’otto settembre. Fu il ministro Taviani (DC) che gli dedicò il ponte che ora porta il suo nome e che ufficilizzò la sua come la prima morte di un combattente per la liberazione.

E parliamo solo di Lecce, tutti i militari sbandati meridionali che si trovarono a nord o in Grecia, Albania, Jugoslavia che si unirono alle formazioni partigiane combattenti ancora (ahinoi) non si contano.

Quindi Lecce il 25 aprile darà il suo contributo al ricordo, alla commemorazione, a rinnovare l’indispensabile antifascismo contro derive di ogni tipo.

All’incontro il Prefettura per organizzare la manifestazione, tutto è proceduto serenamente, ANPI avrà l’onore, come ogni anno, di tenere il discorso ufficiale.

Nessuno si è permesso di chiedere conto di chi parlerà e cosa dirà. E pensare che ci sono amministrazioni comunali e provinciali (si dice ancora provinciali?) di destra destra.