di Rocco Boccadamo –

Ho una foto con S.E. Rev.ma Mons. Bruno Musarò, Arcivescovo titolare di Abari e Nunzio Apostolico della Santa Sede nella Repubblica Araba d’Egitto.
Don Bruno, come preferisce farsi chiamare, è nato ad Andrano, nel Basso Salento, nel 1948. Io l’ho conosciuto a Roma nel 1994, all’atto della sua ordinazione episcopale, con contestuale nomina a Nunzio Apostolico a Panama.
Successivamente, nonostante egli sia stato impegnato a svolgere la fun…zione di Plenipotenziario del Santo Padre in paesi lontani (dopo Panama, Madagascar, Guatemala, Perù, Cuba e, dal maggio 2015, Egitto), ci siamo più volte incontrati nel nostro Salento, ad Andrano o a Marittima, talvolta presenti anche alcuni dei miei figlioli e/o nipotini.
Da ultimo, l’ho rivisto nei giorni scorsi, in concomitanza, purtroppo, con un improvviso grave lutto verificatosi in seno alla sua famiglia d’origine.
A beneficio di chi non ne fosse già informato, desidero segnalare che Mons. Musarò, durante la sua permanenza e missione a L’Avana, è stato importante tessitore e intermediario nel delicato percorso, conclusosi con un positivo esito, del recupero e della ripresa dei rapporti diplomatici tra Cuba e USA.
Analoga preziosa opera ha più recentemente compiuto anche in Egitto, favorendo il ristabilimento di normali rapporti, a superamento della brusca interruzione avvenuta nel 2006, fra la Chiesa di Roma e l’universo dell’islam sunnita, azione sfociata nell’incontro, il 23 maggio 2016, fra Papa Francesco e l’imam di al-Azhar, el-Tayeb.
Ma, a prescindere dai suddetti suoi altissimi ruoli e traguardi, sono onorato di poter dire che don Bruno è anche e soprattutto mio amico e, in quanto tale, lettore delle mie narrazioni, che gradisce e trova interessanti per via dei riferimenti, ricordi, descrizioni e approfondimenti intorno alla nostra comune terra salentina, cui è sempre rimasto profondamente legato.
Alla ricezione del mio ultimo libro “Anita detta Nnita”, dove, fra gli altri, è contenuto un brano, diciamo così, dedicato, dal titolo, giustappunto, “Il mio amico don Bruno”, mi ha scritto, da Il Cairo,una bellissima lettera che custodisco fra le carte più care.

Rocco Boccadamo