di Rocco Boccadamo –

Lettera aperta alla cortese attenzione del:
Direttore Generale;
Direttore Sanitario;
Responsabile dell’U.O. Pronto Soccorso
dell’Ospedale Panico di Tricase.

Venerdì 21 gennaio 2017

Nel pomeriggio, precisamente alle quindici, una paziente, gravata da una seria patologia oncologica in fase avanzata e reduce da un indifferibile intervento di paracentesi eseguito in mattinata in regime ambulatoriale presso un’altra struttura sanitaria della zona, sulla scorta dai valori emersi  da una immediatamente successiva analisi del sangue (piastrine ed emoglobina fuori norma) e dietro prescrizione del medico di famiglia,  si porta al Pronto soccorso dell’Ospedale “Cardinale Giovanni Panico” di Tricase per essere sottoposta a un’urgente trasfusione.

Alle diciotto è chiamata, dalla sala d’attesa, e ammessa  all’interno dell’ Unità operativa in questione per la trasfusione.
Senonché, dopo altre due ore, ossia a dire alle venti, la paziente si riaffaccia all’uscita, viene contemporaneamente convocato il marito accompagnatore e, soprattutto, emerge la sorpresa che nessuna trasfusione  è stata effettuata  ma  che si è provveduto  unicamente a un prelievo di sangue  e alle relative analisi.
Morale, la paziente dovrà nuovamente recarsi a Tricase presso il Centro trasfusionale, sabato 22 gennaio,  per la benedetta, urgente trasfusione.
Dire che, nel Pronto soccorso di Tricase, tra i vari cartelli indicatori, ve n’è uno con la scritta “TRIAGE”, accezione che, in italiano, io non lo sapevo, significa “scelta, tra più pazienti, di quelli maggiormente bisognosi di cure”.

La presente segnalazione è avanzata in spirito e con intento collaborativo. Tuttavia, si pregano  i destinatari di dire qualcosa in merito allo svolgimento e alla regolarità  dell’episodio di che trattasi, sino al suo esito conclusivo.

Rocco Boccadamo – 21 gennaio 2017