Il mio “Scarabeo”, la barista gentile e i passerotti festosi
di Rocco Boccadamo –
Alla “Pasturizza”, dopo alcuni giorni di pesante, anzi, a tratti, opprimente, scirocco, da ieri ha iniziato a prevalere il ben più gradito vento di maestrale, con i suoi refoli, come è noto, provenienti da direzione nord – nord ovest. Quindi, si è ripreso a respirare a polmoni pieni e distesi, con correlate sensazioni di sollievo e benessere ed è divenuto più allegro lo stesso stormire delle fronde dei pini. A parte l’aggiuntivo e determinante godimento del mare a portata di mano, in questa atmosfera, bisogna proprio dirlo, sì che è una bella estate. Peccato che Imma ed Elena abbiano dovuto far ritorno alla loro abituale residenza, ma, tanto, a fine luglio, saranno nuovamente qui.
A proposito di ventilazione, mentre vado riprendendo amicizia con la penna, avverto che l’amico maestrale sta scivolando addirittura verso una netta tramontana, il che dovrebbe presupporre che, almeno per un tratto, si potrà ben sperare quanto a livello di appagamento fisico generale e, soprattutto, in termini di sonno ristoratore.
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Essendo in scadenza la revisione annuale del mio ciclomotore “Aprilia”, un cinquantino “Scarabeo”, approfittando del clima caldo, ho osato sfidare i residui postumi di un recente malanno personale ponendomi in sella al veicolo e, così, raggiungendo, in assoluta indipendenza e autonomia, l’apposito Centro di verifica e controllo, situato a San Cassiano, a dodici chilometri di distanza da Marittima.
Alla moderata velocità del mezzo, ho letteralmente goduto della breve trasferta su due ruote. Grazie allo scarso traffico, ho, fra l’altro, avuto modo di occhieggiare sulle distese di campi e giardini con una serie di raccolti pronti e anche sui copiosi frutti pendenti dagli alberi, specialmente nespole e albicocche.
Affidato lo “Scarabeo” al giovane addetto alla revisione, nelle more che si provvedesse all’adempimento, mi sono spostato a piedi nel vicino esercizio di pasticceria e bar “Le dolci fantasie”, ordinando un caffè in ghiaccio e un pasticciotto piccolo con crema. Dopodiché, approfittando della climatizzazione attiva nella sala, mi sono trattenuto a un tavolo sfogliando un quotidiano locale.
A servire al bar, avevo da subito scorto una giovane donna bionda, carina e sorridente, cioè a dire carica di naturale empatia. Sicché, avanti di sortire dall’esercizio, non ho resistito a riaccostarmi al bancone, incrociando nuovamente quel volto piacevole e facendo partire, in un attimo, la sequenza: “Complimenti, sei molto bella!”, “Non sei italiana, vero?” (risposta, “Vengo dalla Polonia”), “Ma parli benissimo la nostra lingua” e lei: “È ormai da tanto tempo che vivo qui”.
Quindi lo scambio finale di un arrivederci.
Riguadagnato lo stabile del Centro revisioni, mentre l’operaio si accingeva a dare inizio al controllo del mio “Scarabeo”, io mi sono messo tranquillo ad attendere nei pressi di una parete del grande capannone.
Invero, di fatto, è stata una pausa di calma tranquillità e, però, dai connotati speciali. A voler dire che il vasto locale risuonava di un vero e proprio concerto di cinguettii, per opera di un nutrito stuolo di passerotti, i quali volteggiavano da padroni, insomma a loro completo agio, in lungo e in largo, appena più in basso rispetto alla volta del capannone, di tanto in tanto annidandosi in piccole aperture esistenti lungo i muri perimetrali, guizzando velocemente, sempre col sottofondo dei loro minuti e pure vivaci cinguettii.
A un certo punto, ho notato che il giovane revisore interveniva con battiti delle mani, quasi a voler amorevolmente raccomandare ai volatili di non esagerare, di contenere il loro festoso saettare. Mi è sembrato che, tra le parti, esistesse una sorta di “accordo fra gentiluomini”, per una convivenza senza eccessi da rispettarsi reciprocamente.
A valle di un simile opinato accordo, un particolare effetto concreto: nessuna traccia degli ospiti alati sul pavimento del capannone, mentre esattamente l’opposto era dato di vedere volgendo lo sguardo verso i numerosi grandi fari di illuminazione fissati al soffitto, in alto.
Le relative coppe esterne e, in parte, anche i frontali luminosi, mostravano, più che evidente, la presenza dei “bisognini” dei passerotti ospiti del Centro revisione autoveicoli di San Cassiano.
24 giugno 2019 – Rocco Boccadamo
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