di Marcello Buttazzo –

“Erosatire” di Zanni Egeo Diomarta
(i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)

Avete condiviso proprio tutto:
gioie e dolori, timori e speranze,
ambizioni, abbondanza, mancanze
e un amore che non conosce lutto.
Ma di sì tante cose condivise
una soltanto è pure mancata:
che a letto la sua fica immacolata
tal sia rimasta, sebben la promise.

La scrittura apparentemente “volgare” può avere una pregnante significanza. Alcuni autori, d’una cultura classica sconfinata, che sanno maneggiare magistralmente la metrica, possono scegliere nel loro percorso di confondere e, al contempo, di chiarire le acque, usando l’endecasillabo frammisto a versi brevi e lunghi e a una metodica sostanzialmente anarchica e libera dell’incedere. Questa ventata di novità si respira nella raccolta “Erosatire”di Zanni Egeo Diomarta (i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno- Collana di poesia), poeta salentino, che per anni ha fatto circolare i propri componimenti in forma anonima su pergamene arrotolate. Il libro è curato da Diego Martina, studioso di letteratura giapponese. Zanni Egeo Diomarta impiega una satira moderna d’ispirazione antica (suoi poeti di riferimento sono Ovidio, Giovenale, Petronio, Marziale) per rappresentare un universo ampio di uomini, di donne, tratteggiati nelle loro contraddizioni, ipocrisie, viltà, arrivismi, perbenismi. Ovviamente, il medium per descrivere questo universo multipolare è la risata recisa, che sfocia, spesso in chiusura dell’epigramma, come un inciso liberatorio e sferzante.

Tuoni e minacci scopami o ti uccido!
Massacrami pure, te lo confido:
davanti alla tua bruttezza accanita
tengo più alla minchia che alla vita.

Dicevamo che potremmo dire che “Eurosatire” sia letteratura “volgare”. È necessario più che mai specificare. Come sottolinea Giovanni Di Vico, in una splendida introduzione, vulgus è il popolo: “Volgare” altro non indica quindi che qualcosa di popolare, qualcosa di vicino e affine allo spirito di quel popolo, così glorificato dalla retorica demoliberale della storia europea”. Il popolo vive l’esistenza sanguigna, che si sostanzia di alti e di bassi. Sicché possiamo dire che “volgare” abbia un’accezione davvero elevata, perché si riferisce a qualcosa di verace, di sincero, di genuino. Zanni Egeo Diomarta è un libero battitore, che si fa beffe del buon senso comune (il mediocre senso comune), che in un procedere politicamente scorretto demolisce ogni conformismo e lo riduce in polvere. Anzi, ne fa risa. Non si fa formalismi di sorta, l’autore. Con una verve spumeggiante mette sotto scacco chiunque: uomini e donne, atei, cristiani, senza distinzioni di genere. Senza aver timore di poter dispiacere. Il pene e la vagina sono evocati con assoluta naturalezza, senza paura di fare impallidire gli arcigni tradizionalisti, gli spiriti conservatori. I genitali vengono mostrati senza posa, con leggerezza e profondità di pensiero stupefacenti.

Ti dai spesso scompensata e malata
sol per farti col salasso curare,
corri dal medico tutta agitata
e non rincasi se non per mangiare.
È chiaro a che salasso sei abituata:
lo prendi in culo fino a sanguinare.

Zanni Egeo Diomarta è un poeta irregolare, un libertario del pensiero, la cui chiave lirica scardina e sfonda le porte della mediocrità. Le sue sono liriche originali, che, sebbene seguano l’aureo solco della classica tradizione, hanno una effervescente andatura, una briosa soavità. Come scrive Giovanni Di Vico, i versi di Zanni Egeo Diomarta creano “un mix letale di ironia, sarcasmo e violenta invettiva (per lo più di spunto sessuale, ma non solo), con cui viene bersagliata praticamente qualsiasi categoria umana immaginabile, senza distinzione di sesso, razza, religione o credo politico”.

Si fa pagare appena euro venti
per una botta avanti e una di dietro.
pensate sia un affar per i clienti
ma sbagliate entrambi, Petronio e Pietro:
si son tanto allargati i buchi a Daria
che farsela è come scoparsi l’aria.