di Marcello Buttazzo –

“Sono nata il 21 a primavera, ma non sapevo che nascere folle, aprire le zolle, potesse scatenar tempesta”, cantava Alda Merini, la meravigliosa poetessa dei Navigli. Martedì 21 marzo, s’è celebrata la Giornata Mondiale della Poesia, indetta dall’Unesco, In tanti luoghi, in tante piazze, nei locali, nelle associazioni, nei centri culturali, nelle scuole. Martedì 21, in serata, ho avuto piacere e un’intima e profonda emozione nel partecipare alla festa in onore della poesia, che s’è tenuta nella Scuola media Statale Sandro Pertini di Lequile, il mio paese. I ragazzi con i docenti hanno voluto spezzare con mani compagne con i presenti (altri ragazzi, altri docenti, genitori) il pane nutriente della condivisione. Ragazzi preparati, appassionati, morbidi, con il cuore di panna. E con la fantasia alata. Hanno declamato con trasporto versi di Neruda, di Merini, di Hikmet, di Dickinson, dei pugliesi Bodini e Toma. Gli studenti hanno letto fiabe di Rodari e hanno musicato versi di Alda Merini. La poesia, fra le altre cose, è sommovimento interiore, slancio sentimentale, ricerca di musicalità, di assonanze, sperimentazione, cura stilistica. La poesia fiorisce dalla gioia e dal dolore, dalla capacità di mutuare e trasformare gli eterni sentimenti umani in sensazioni e parole d’universale levatura. Devo dire che, martedì 21 marzo, nelle scuole di Lequile, sono rimasto favorevolmente impressionato dalla dolcezza e dall’entusiasmo dei giovanissimi studenti. Ragazzi giudiziosi, che di certo hanno fulgide figure di riferimento. Sia a scuola, che in famiglia. È fondamentale, nella fase di crescita adolescenziale, saper insegnare ai ragazzi la mansione materna dell’accoglienza e l’efficace senso di realtà, principio vitale, prerogativa paterna. In quest’era per tanti aspetti ferrigna e avvilita, conforta notevolmente poter constatare che le scuole sono sempre palestre di crescita e di cultura, dove s’insegna l’amore e il rispetto per l’alterità.

Marcello Buttazzo