di Marcello Buttazzo –

Lo scorso giovedì 17 novembre, presso la Biblioteca comunale di San Pietro in Lama, s’è svolta la presentazione del libro di versi “E/Mancipium” (Luca Pensa Editore, settembre 2022) di Lino Manca. Dopo i saluti del delegato alla Cultura Pierangelo Dell’Anna, dell’assessore alle Pari Opportunità Federica Rizzo, con Francesco Pasca e con Simone Laici ho potuto dialogare con l’autore.

La guerra è la grande iattura del mondo, è l’artificio virulento, violento e brutale che i potenti della terra impiegano per piegare i popoli, per fare strame della ragione, per diffondere con il ferro e con il fuoco la paura, la distruzione, la sottomissione. La guerra è l’infinita sciagura d’una umanità negletta, resa marginale, violata, stuprata, fatta a pezzi. Lino Manca, in questo suo nuovo scritto, prende a pretesto l’attuale conflitto fra Ucraina e Russia per stigmatizzare l’insensatezza di chi ricorre alla forza ferina per risolvere le varie controversie internazionali. Al cospetto della meschinità, ecco allora l’emancipazione come lungo e sempre valido processo di adattamento culturale, che permette piano piano ai cittadini di uscire fuori dalla bestialità e di compattarsi in un solido sistema di valori e di principi universali. La libertà è un valore inerente. I nostri antenati hanno speso la loro esistenza per ritagliarci gradi respirabili di vivere civile. I beni cosiddetti immateriali, come il dono, come l’amore, l’amicizia, ed altri, sono calie non consumistiche e di pregnanza spirituale, molto più consistenti dei cosiddetti beni materiali. L’Homo sapiens sapiens, ormai uomo post-tecnologico, ha la necessità di dover rileggere con lenti più umane i fatti della storia e di doverli reinterpretare. “E/ Mancipium” è un libretto che invoglia ad abbracciare l’amore vero, come giardino fiorito di sole, lasciandosi andare ad una fraternità autentica, capace di traversare e di interessare tutti gli individui del Creato. C’è un anelito sentitamente francescano in questo scritto, che vede protagoniste tutte le creature. Così Lino chiude una sua lirica: “la sorella morte/seduta a riamare/ sotto il melograno/nei giorni che verranno…/”. “E/Mancipium” è la visione che l’uomo ha del suo presente e del suo domani. L’uomo e la donna, artefici dei loro giorni e del loro futuro. Il filo rosso conduttore che guida tutta la raccolta “E/Mancipium” è l’amore.

L’amore per gli esseri umani, per la vita. Con poesie dedicate alla sorella Anna Pina, alle nipotine, ai suoi compaesani, alla Natura. A tratti, nei versi, compare il Lino peripatetico, quelle che percorre le vie del paese, soprattutto quelle di campagna, scorge multipolari essenze e le compendia su carta. Infine, vorrei sottolineare il Lino cittadino che crede intimamente nel pensiero aperto e libero del fare cittadinanza. A un certo punto, Lino scrive: “In questo racconto/del “poter essere” /la speranza/ della cittadinanza/ attiva che/ dovremo riscrivere/. E ha ragione.  Dovremo verosimilmente riformulare un nuovo assetto paradigmatico della cittadinanza, del fare cittadinanza. Guardando al futuro e magari anche al passato. La straordinaria rivoluzione liberale di Internet, in apparenza, ci ha tutti connessi; talvolta, però, ci ha disconnessi spiritualmente e umanamente. Avremmo bisogno più che mai di rioccupare le piazze vuote, le botteghe di partito, gli spazi sociali, per rinsaldare davvero un senso compartecipativo di identità.

Marcello Buttazzo