di Giuseppe L. Fioschi –

Parvenze distanti
rifioriscono
a tratti lucenti
e ombre antiche
della mia origine.

Nel tempo in cui bambino,
le paure offuscavano
suppliche senza replica
che l’esistere richiede.

Smarrimenti cedevo
nelle tue mani carezzevoli
che abbracciavano lo scabro vivere.

Accomodante spensierato
sulla tua schiena rincorrevo
il treno giocondo della fantasia.

Senza rimpatrio
ora contemplo i trascorsi attimi
a fermare lì la nostra corsa,
quando felice sibilavo
ancora mamma, ancora.

Giuseppe Fioschi