Quale respiro per la contemporaneità?
di Marcello Buttazzo – La politica è, tra le altre cose, il campo del possibile, del desiderato, dello sperato. Molti di noi vorrebbero davvero ambire a sentirsi a casa in un grande movimento di idee aperte e morbide. Un grande schieramento della sinistra liberale deve necessariamente oltrepassare gli steccati, andare oltre la tradizione socialista e cattolico-democratica, incentrandosi su un prospero terreno di coltura, pullulante di validi valori e principi. I diritti sociali e quelli civili, in una scala di priorità, definiscono i mattoni di base, sostanziali, che servono a connotare un bel volto identitario. L’Italia delle destre sovraniste, nazionaliste, reazionarie, non può avere futuro. La contemporaneità esige nuove, sensate sfide dall’ampio respiro. Soprattutto i passati governi Berlusconi di centrodestra, con le leggi anacronistiche, esclusive, paternalistiche, da Stato etico, hanno segnato il passo, hanno mostrato rughe profonde di disfacimento, di decadenza. I governi tecnici sono stati “esclusivi”, nel senso che hanno fatto fuori vasti strati dell’opinione pubblica. Anche gli ultimi governi del Pd non sempre sono stati all’altezza delle aspettative. È necessaria più che mai un’alternativa, un vasto schieramento politico e culturale, non un semplice contenitore, ma un laboratorio di pensiero e una fucina di idee, capace di coalizzare le più rigogliose forze vitali, desiderose di svoltare, di rivoltare questo Paese come un calzino. Nel Pd e a sinistra del Pd, ci si deve compattare tutti assieme, si deve tentare di costruire una casa comune operativa (fosse anche si sole alleanze), alacre più che mai. Quante volte abbiamo pensato che la società civile sia molto più avanti della classe politica che la rappresenta. I politici del nostro centrosinistra dovrebbero ascoltare a fondo i bisogni intimi, primari dei cittadini italiani. L’economia capitalistica è in stato di metastasi conclamata: solo un libero mercato etico può salvarci dallo sprofondo, dall’abisso, dalla catastrofe. Le potenti idee socialiste possono, senz’altro, venire in soccorso del soverchiante liberismo, per mutuare magari una terza via più umana, più civile, più inclusiva, più a misura d’essere vivente. Abbiamo bisogno di misure pratiche, partecipative, sul lavoro, sulla famiglia, sulla bioetica, sulle grammatiche del vivente. Per anni, i temi della vita e della morte, sono stati tenuti in ostaggio da governi di centrodestra “devoti”, pericolosi, reazionari, confessionali, che si sono impossessati intrusivamente dei corpi e dello spirito della donna e dei malati. Fra le tante cose, sulle questioni popolazionistiche, vorremmo dimenticare per sempre i cosiddetti “pacchetti sicurezza”, voluti in passato soprattutto dai leghisti. Ancora oggi, era del Pd, cioè d’un partito di centrosinistra, ci chiediamo: come fanno le nostre istituzioni a non approvare immediatamente una legge contro l’omofobia, favorendo al contempo una ricca cultura della tolleranza, della comprensione reciproca, del rispetto dell’altro da sé? A sinistra aspettiamo una stagione aurorale, con politiche propositive, plurali. Vogliamo sentirci indispensabili e responsabili: cittadini d’una nuova stagione compagna.
Marcello Buttazzo
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