L’amore alla luce del sole!
di Marcello Buttazzo – Da anni, per strada, nelle vicinanze delle chiese e delle cattedrali, uomini e donne del gruppo “Sentinelle in piedi” manifestano esageratamente a difesa della famiglia tradizionale e canonica e contro la ventura legge, da approvare ancora, che vuole punire i reati omofobici. A più riprese, l’intransigente e poco dialettico gruppo delle “Sentinelle in piedi” è stato duramente contestato dagli attivisti gay. Chi sosta in piedi, in silenzio, anche per opporsi strenuamente ad una costituenda normativa contro l’omofobia, non dovrebbe allarmare, spaventare la comunità Lgtb. Che, purtuttavia, legittimamente si batte per la tutela di sacrosanti diritti, ancora non riconosciuti. La strada accidentata che conduce all’eguaglianza e alla parità di genere è irta d’ostacoli, densa di incomprensioni. Addirittura, secondo certuni, lesbiche e gay sarebbero accecati dall’ideologia. Ma cosa c’è di più umano che chiedere e desiderare amore alla luce del sole? Nell’Italia delle improduttive contrapposizioni cruente e degli scontri bipolari, abbiamo più che mai bisogno d’una legge contro l’omofobia e contro la transfobia. Cionondimeno, la battaglia contro le discriminazioni si conduce con calma, con la pazienza dei saggi: non bastano valide misure e strette securitarie per assicurare giustizia e la diffusione di solidi semi e virgulti di comprensione. Non è sufficiente una legge per spazzare via le dense brume dell’emarginazione, della esclusione. Chi alza con grettezza barriere fra gli individui deve essere sconfitto con le armi della non violenza e della cultura. Non c’è niente di più oltraggioso, di più odioso, della ghettizzazione degli esseri umani in base alla loro diversa appartenenza di genere o orientamento sessuale. Si dà scacco all’omofobia con l’impavidità dei gesti, con la corretta comunicazione, con la giusta dizione semantica, con l’amore per la reciprocità. La eventuale sensibilità istituzionale, delle varie agenzie sociali, può creare un vivido terreno di coltura: da qui devono cominciare a pullulare i germogli del riscatto. La scuola e la famiglia hanno il dovere morale di sanare un vulnus e di pacificare gli individui. Noi cittadini, al cospetto di malcelati soprusi, possiamo fare una semplice analisi antropologica. Chi differenzia gli esseri umani e li oltraggia, lo fa perché è un soggetto lacerato da vuoti interiori. Ogni civiltà dovrebbe fondarsi sulla ricchezza e sulla variabilità delle interazioni, sulla complessità. Tutti dovremmo, comunque, rispettare le libere espressioni delle individualità. La sessualità esprime parte della identità della persona, che deve essere integralmente rispettata in ogni manifestazione del suo sé. Ancora c’è chi ignobilmente insulta cittadini omosessuali e trans, chi vigliaccamente li aggredisce. La politica ha il dovere di serrare le maglie e di intervenire adeguatamente.
Marcello Buttazzo
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