Per una medicina a misura d’uomo
di Antonio Stanca –
Iona Heath – CONTRO IL MERCATO DELLA SALUTE – Bollati Boringhieri 2016
Per trentacinque anni, dal 1975 al 2010, è stata medico di base in uno dei quartieri più poveri di Londra, Canden. Dal 1997 al 2003 è stata a capo della Health Inequalities Standing Group, dal 2006 al 2009 dell’International Committee, della quale organizzazione è diventata presidente.
È stata pure presidente della famosa rivista “BritishMedical Journal”, della quale ora dirige il Comitato Scientifico.
Molti saggi ha pubblicato e nel 2007 l’opera Modi di morire, la sua prima tradotta in italiano ed edita nel 2008 dalla casa editrice Bollati Boringhieri di Torino. Presso la stessa casa editrice a Gennaio del 2016 è comparso Contro il mercato della salute, altro suo lavoro d’impegno morale, civile, sociale. Come Modi di morire anche questo è percorso da continui riferimentiad opere di scrittori, poeti, filosofi, studiosi del costume, osservatori di fenomeni individuali e collettivi.
Ama Iona Heath lasciar trasparire nei suoi lavori una cultura che è di genere umanistico e che si estende dal passato più lontano al presente più attuale, conferma chiede a questa per le proprie convinzioni, i propri principi, le proprie aspirazioni. Una dottoressa che non è rimasta nei limiti della sua professione, nel privato del suo studio è stata la Heath ma che ha guardato all’esterno, ha voluto sapere, conoscere, vedere quanto avviene non solo in Inghilterra ma in ogni parte del mondo civile circa l’assistenza medica, il rapporto tra paziente e dottore, malattia e cura, morte e vita.
Alla sua cultura umanistica, ai valori morali, spirituali da questa espressi, ai bisogni dell’anima da questa manifestati ha inteso richiamarsi in ogni momento della sua carriera, in ogni argomento della sua scrittura. In Modi di morire aveva trattato del tema del trapasso, della difficile situazione che si crea con i malati ultimi qualunque sia la loro malattia, la loro condizione. Particolare diventa il rapporto tra essi e le persone, familiari, medici, che sono con loro. Queste aveva invitato la Heath ad assumere un comportamento, a tenere una condotta che non lasciasse trasparire quanto sta per succedere ma che le mostrasse serene di fronte a chi soffre, quasi non fossero davanti alla sua fine. Sarebbe stato di molto aiuto creare una situazione simile. I medici in particolare avrebbero dovuto impegnarsi ad instaurare un rapporto di fiducia con l’ammalato, avrebbero dovuto stargli vicino, non farlo sentire solo. Aveva la Heath esortato a trattarlo con affetto, comprensione, coraggio, speranza. Ed anche in Contro il mercato della salute l’autrice richiama la classe medica ad un rapporto con i pazienti che non sia distante, indifferente ma di scambio, di collaborazione.
Nell’opera si dice della prevenzione sanitaria. È stata questa una grande conquista per la moderna società, ha aiutato molta gente a prevenire, curare tante malattie comprese quelle che sarebbero state fatali e lo ha fatto senza pesare molto sull’economia delle famiglie. Ha messo la medicina, i medici, i farmaci, le attrezzature sanitarie a disposizione di tutti, grandi e piccoli, uomini e donne, ricchi e poveri. Col tempo, però, è andata sempre più assumendo gli aspetti di un’organizzazione, di un’azienda interessata a ricavare profitto, a guadagnare tramite i suoi interventi e per questo li ha sempre più estesi, aumentati, li ha fatti apparire necessari anche quando non lo erano, li ha resi obbligatori anche perchi non ne aveva bisogno, ha ipotizzato pericoli che tutti corrono, malattie che tutti possono contrarre, ha diffuso uno stato di allarme, di paura, ha ridotto la sicurezza, la fiducia nella salute del corpo, ha orientato in maniera indiscriminata verso esami, controlli preventivi, li ha fatti considerare necessari per poter star bene. In un’enorme macchina che ubbidisce agli interessi di potenti case farmaceutiche, di grossi produttori di strumenti sanitari, in un affare economico che sfocia inevitabilmente nella politica di chi è al potere e dei suoi alleati, si è trasformata col tempo la prevenzione sanitaria. Una popolazione di malati o di presunti tali ha fatto di quella attuale, in un numero infinito di pazienti ha ridotto le persone.
Alla medicina di oggi non serve tanto guarire quanto curare, serve che ci siano ammalati, veri o falsi, poiché da questi è alimentato il sistema del quale è entrata a far parte.
Contro una situazione simile si scaglia la Heath nel libro, una polemica accesa conduce dalla prima all’ultima pagina, le ragioni dello spirito proclama contro quelle della materia, interventi immediati chiede che mirino a liberare la società dallo stato di paura che si è creato nei confronti della vita, a sottrarre questa alla schiavitù dei farmaci, a restituirle quei benefici che le sono propri, quella fiducia nel corpo e nell’anima, quella libertà nel pensiero, nelle azioni, nei propositi, quella visione del futuro che sempre l’hanno animata. La medicina, dice la Heath, non deve ridurre le persone ad una serie di numeri, di oggetti, non deve considerarle tutte malate o tutte esposte a malattie e tutte bisognose di cure ma deve interessarsi solo agli ammalati e deve disporsi ad instaurare con questi un rapporto che sia umano e non tecnico, scientifico, che ubbidisca a ragioni interiori e non esterne.
Ancora una volta riemerge quell’atteggiamento umanistico che ha sempre distinto la Heath, anche in questo libro le sue convinzioni sono supportate da continue citazioni di autori che hanno vissuto, hanno operato in nome dei valori umani e sociali, della morale che li ha sempre segnati. Che una persona di scienza si sia sentita tanto sorretta dall’idea da assumere, in nome di questa, una decisa posizione di protesta contro quanto oggi avviene in ambito medico, che abbia rifiutato di allinearsi, significa che certi richiami ancora valgono, che certi bisogni sono ancora sentiti, che pur se ridotti ancora esistono.
Antonio Stanca
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