“Lu rùsciu” di Luigi Pascali
di Marcello Buttazzo –
Lu rùsciu è il rumore di fondo della memoria, è il riverbero dei vissuti trascorsi, è la carne viva e vivida d’amore della storia. A San Cesario, sull’attico del Palazzo Ducale, giovedì 19 dicembre, l’Associazione “Controcanto” ha presentato il libro di racconti e di storie umane “Lu rùsciu” di Luigi Pascali, autore teatrale, poeta. Luigi, fin da ragazzino, da giovanissimo, s’è distinto nella narrazione. Lui ha sempre coltivato la scrittura come strumento propositivo, come medium per tramandare la tradizione dei nonni, delle nonne, dei padri. Lui è un cultore della lingua dotta e della lingua madre, il dialetto. La sua San Cesario (che è anche nostra) brilla di protagonisti, di uomini umili e marginali, di personaggi popolari, che solitamente venivano perpetrati nel racconto orale. Il merito enorme di Luigi Pascali, in quest’era di globalità e di internazionalizzazione dei saperi, è quello di voler consapevolmente custodire con pazienza certosina i vissuti di donne e uomini paesani. La vita è paese, la vita è nel paese. Ne “Lu rùsciu” non campeggia solo San Cesario. L’autore evoca luoghi e persone, che appartengono a tutti e sono patrimonio dell’umano, dell’umanità. Ognuno si può ritrovare nei suoi scritti, può afferrare quella scintilla di bellezza, di attese, di speranze, di verecondo raggio. L’adoperarsi per edificare un mondo migliore. La serata è stata impreziosita dagli interventi dei cantastorie Enzo Marenaci e Antonella Dell’Anna, che hanno cantato canzoni in gallurese di De André, opere di Rosa Balistreri e di De Gregori, rivisitato in dialetto salentino. Anche Enzo e Antonella sono legati intimamente alle nostre radici. E il loro nuovo disco “Rretecate” è un inno alto levato ad una comune appartenenza. “Lu rùsciu” comprende storie già pubblicate, in questi anni, su “L’alambicco”, e scritti inediti. Nel corso della serata è stato proiettato il video-saluto di don Franco Lupo, che firma anche l’introduzione del libro di Luigi Pascali. Don Franco Lupo, classe 1926, è un illustre figlio della comunità di San Cesario. Le sue parole coinvolgenti ci hanno riconciliato con l’amore, con la poesia, con il fare cittadinanza.
Marcello Buttazzo
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