di Antonio Stanca

Gianrico Carofiglio è nato a Bari nel 1961, ha cinquantasei anni e molto ha fatto: è laureato in Giurisprudenza, è stato magistrato a partire dal 1986, ha svolto diversi incarichi giudiziari in diverse città d’Italia, ha svolto pure attività politica sia come deputato sia come senatore nell’ambito del Partito Democratico, e dal 2002, a quarantuno anni, ha abbandonato ognuno di tali impegni per dedicarsi alla scrittura narrativa e saggistica, alla sceneggiatura televisiva e cinematografica, alla graphic novel e ad altre attività di questo genere.
In molte direzioni si è cimentato, molti riconoscimenti ha ottenuto e quello della scrittura narrativa è risultato il campo nel quale meglio è riuscito. Come scrittore ha esordito col romanzo Testimone inconsapevole del 2002. Con quest’opera Carofiglio  ha creato il genere del thriller legale ed ha iniziato la serie di romanzi che hanno come protagonista l’avvocato Guido Guerrieri. Ci sarà un’altra serie, quella del maresciallo Pietro Fenoglio, e una graphic novel con l’ispettore Carmelo Tancredi intitolata Cacciatori nelle tenebre.
Alcuni suoi romanzi hanno avuto una riduzione cinematografica. Nel 2007 il secondo romanzo Ad occhi chiusi risultò in Germania “il migliore noir internazionale dell’anno”, nel 2008 a Carofiglio fu assegnato il Premio Piemonte Grinzane Cavour Noir, nel 2010 il romanzo Le perfezioni provvisorie rimase per otto settimane al primo posto nella classifica dei libri più venduti in Italia, nel 2011 Il silenzio dell’onda fu finalista al Premio Strega, nel 2012 lo scrittore ricevette il Premio dei Librai della città di Padova. Molto premiato è stato Carofiglio scrittore e molto tradotto. I suoi thriller hanno fatto conoscere realtà, ambienti, situazioni rimaste ancora poco note, hanno permesso di venire a contatto con quanto succede nel nostro Paese in ambito politico, giudiziario, e di poterne valutare le cause e gli effetti. Capace è sempre stato lo scrittore di dare corpo alle sue idee, di riuscire semplice, facile nel linguaggio, chiaro nei contenuti.

Una pausa tra tanti impegni, un momento di riposo sembra l’opera Né qui né altrove. Una notte a Bari, pubblicata nel 2008 ed ora riproposta nella sua quarta edizione dalla casa editrice Laterza, Roma-Bari. Non è un vero e proprio romanzo come generalmente viene presentata ma un libro di ricordi, riflessioni, ripensamenti, un libro dove l’autore narra di essersi ritrovato anni fa con due vecchi amici di scuola, Giampiero e Paolo, e di aver trascorso insieme a loro una notte a girare con un’auto o a piedi per le vie di Bari, a bivaccare per strada o nei locali aperti.
Giampiero era diventato notaio e lavorava a Bari, Paolo era professore universitario di Diritto in una Università di Chicago ed era venuto a Bari perché era morta la madre. I tre peregrinano per la città tra la meravigliadi Paolo che, essendosene andato molto giovane, non poteva immaginare che Bari fosse tanto cambiata dai tempi della loro infanzia, della loro adolescenza. Allora le strade di notte erano buie e deserte, ora sono piene di luci e di gente. Ricordano quei tempi, la loro vita in famiglia, a scuola, le loro aspirazioni, tutto quanto avevano pensato, avevano fatto allora. Ma parlano pure di quanto stanno facendo, di come vivono adesso, delle loro famiglie di adesso, della loro condizione, dei loro problemi, ne discutono fino a litigare, si riappacificano proprio come facevano da ragazzi.

È una lunga notte quella che trascorrono per le strade e i locali di Bari, è una vacanza che hanno voluto concedersi e bene è riuscito Carofiglio a far emergere dai loro discorsi i cambiamenti, le trasformazioni avvenute, tra fine Novecento ed oggi, non solo a Bari ma in tutta Italia, in tutto il mondo. Molto è cambiato in ambito privato e pubblico, civile e sociale, politico ed economico, e nel libro non c’è, tuttavia, rammarico per quanto èfinito per sempre né c’è condanna per quel che è venuto dopo, la modernità, cioè, e le sue, spesso gravi, conseguenze.
I tre ragazzi di allora adesso sono degli uomini maturi, dei professionisti affermati, allora erano figli, adesso sono padri e tanto, molto, tutto è diverso: la loro notte a Bari fa accorgere di questo non solo Paolo ma anche gli altri due e li induce tutti ad un confrontoche non è facile dal momento che sono disposti a riconoscere ad ognuno dei loro tempi i propri pregi edifetti.
Nei ragazzi che parlano un’intera generazione, un’epoca della storia può riconoscersi senza, però, che si stabilisca quando si stava meglio.
Seguendoli nei loro spostamenti si ha, inoltre, la possibilità di sapere di ogni posto, di ogni via, di ogni edificio di Bari, del suo porto, del suo aeroporto, della storia della città non solo prossima ma anche remota, si ha modo di scoprire come sia rimasta generalmente ai margini di quanto accadeva nelle altre parti d’Italia, comprese quelle meridionali. Svolge, quindi, anche una funzione di recuperodella propria città con questo libro il Carofiglio, mostra come pure Bari abbia avuto una sua storia e come questa vada inserita nella storia d’Italia.
Molto si sa, molto s’impara leggendo l’opera: si scopre una città che sembrava dimenticata e ci si accorge di quanto sia diventato difficile trovare una propria collocazione in tempi che hanno voluto vivere di solo presente, di sola attualità senza rendersi conto che non poteva durare per sempre e che il passato sarebbe riemerso.

 

Antonio Stanca, 7 novembre 2017