di Mauro Marino –

La musica è sempre stata parte della mia vita. Sin da piccolo. Andare ad origliare fuori dall’uscio delle cantine mi faceva sentire grande… Non ho mai suonato, ho molto ascoltato e Lecce è sempre stata prodiga di buona musica, una storia tutta ancora da raccontare o meglio, da scrivere… 

Ieri, a Calimera, seduto in Piazza Immacolata al cospetto del palco de “L’altra tela” che ospitava il concerto dell’organettista Alessandro D’Alessandro con Canio Loguercio (straordinario autore di canzoni dense di ipocondria, di religiosità e di rabbia) e poi di Otello Profazio (pezzo di storia della sfida popolare dei cantastorie al melodico moderno italiano), mi sono chiesto: di cosa ci innamorammo nei primi anni Novanta quando, dopo gli anni bui  del riflusso politico, gli stordimenti punk, le suggestioni liberatorie della new wave e la carezza comunitaria del raggamuffin, ci lasciammo rapire dall’onda della riproposta della musica di tradizione nel Salento?

Credo che a sedurci fu la qualità del suono, la sua autenticità. Fummo stregati dalla disarmante frontalità dei cantori, dal loro pudore, dalla loro semplicità esecutiva. Dall’esercizio di resistenza nel tenere il ritmo, dalla sfida che il loro canto lanciava alla vita. Dalla vicinanza nelle ronde, dall’immediatezza mai leziosa o artificiosa della danza. Chissà quanto altro mi sfugge di quella bellezza fatta di feste, di fuochi, di notti interminabili… Tornavamo ad essere corpi, vivi e partecipi, non indistinto pubblico, ma parte attiva di una comunanza. 

Dov’è tutto questo oggi?

Non temete, c’è, c’è ancora. Degli antichi cantori è rimasta solo la memoria ma tanti sono i nuovi interpreti che ancora danno casa a quel rigore e a quella condivisione… Molti, a ragione, disertano i palchi del Festival itinerante della Notte della Taranta e ancor di più quello del Concertone. Altri si adeguano all’indistinto e al frastuono. 

Sento allora di dover dire grazie a Gigi Chiriatti e alla sua creatura “L’altra tela”, enclave attenta alla ricerca, all’intimità della condivisione e dell’ascolto, linfa “parallela” nel cartellone del Festival Itinerante de La Notte della Taranta, a mio avviso il vero Festival, ma tant’è, meglio girare alla larga dalla polemica, non produce nulla ed è meglio, in questo nostro povero tempo,  godere di ciò che ci fa godere.

#tornoallepersone