“Profondo rispetto” per Gloria
di Marcello Buttazzo –
In Veneto, Gloria, malata oncologica terminale, ha potuto mettere fine ai suoi giorni terreni, ricorrendo al suicidio assistito. Una morte legittima, dopo il pronunciamento della Corte Costituzionale nel 2019. La donna trevigiana con dolci parole s’è congedata dalla vita: “La vita è bella, ma solo se siamo liberi. Ed io lo sono stata fino alla fine. Grazie”. La procedura del suicidio assistito di Gloria è avvenuta sotto rigoroso controllo medico, dopo l’intervento del Comitato etico, dopo la fornitura del farmaco e della strumentazione specifica da parte della Ulss2. In Veneto, l’Associazione Coscioni s’è battuta tenacemente, redigendo il testo di “Liberi Subito”, proposta di legge in Consiglio regionale per regolamentare l’aiuto medico alla morte volontaria. È il primo caso in Italia di suicidio assistito. Ma è evidente quanto sia necessario fare ulteriori passi in avanti. Si deve giungere ad una legge nazionale del Parlamento, che disciplini il ricorso alla morte volontaria. Nella storia di Gloria, ho potuto apprezzare la compostezza del mondo cattolico. La comunità cristiana, di cui Gloria faceva parte ha espresso “profondo rispetto”, raccogliendosi in preghiera. Una palese dimostrazione che la contesa aspramente bipolare fra paladini della “sacralità della vita umana” e sostenitori della qualità della stessa è piuttosto fittizia e inconcludente. Non è un’eresia se affermassimo che la vita debba essere considerata sacra e, al contempo, disponibile. Uno Stato laico e liberale non può rinunciare ad addivenire a normative morbide e praticabili sul fine vita. Su questa vicenda molto sagge sono state le parole del giornalista Francesco Dal Mas, che su “Avvenire” ha scritto: “Adesso è il momento della riflessione. Pacata, da parte di tutti, come si verifica in queste ore. E della preghiera, per chi ci crede, come è raccomandato in diocesi a Treviso”.
Marcello Buttazzo
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