di Marcello Buttazzo –

Gli angeli sono persone di questa terra. Sono uomini e donne fragili, che non possiedono beni materiali per la sussistenza. Gli angeli sono individui che rifiutano lo stringente meccanismo abominevole e obeso del compra, usa e getta, che non obbediscono alla deteriore filosofia dominante dell’avere ad ogni costo. Gli angeli sono un’umanità mortificata e ferita, che ha conosciuto gli stenti d’una vita dilacerata, sfuggita dalle mani per diverse evenienze. Una vita sofferta, che si perde e naufraga per le strade, per i parchi, per i parcheggi, per le stazioni dei treni e delle metropolitane, per le periferie del mondo e dell’anima afflitta. Angeli sono le oltre 50mila persone senza un tetto (secondo l’indagine Istat), che s’aggirano tormentate per il Belpaese. Solo a Roma, ogni notte, dormono in strada 8mila persone. Al freddo e al gelo. In ripari di cartone e di fortuna. Solo a Roma, negli ultimi 40 giorni, sono deceduti per ipotermia 5 esseri umani senza dimora: clochard di origine polacca, rumena e italiana. Di età fra i 27 e i 78 anni. A dimostrazione palese che lo sconforto colpisce tutte le generazioni. Nella Capitale, la Caritas s’adopera fattivamente per alleviare le pene di questa povera gente. Ma non sono sufficienti i pasti caldi, le coperte, i sacchi a pelo, la fatica operosa e consapevole dei volontari. È indispensabile un pronunciamento alacre dei responsabili istituzionali. Pertanto, come non condividere le parole di Giustino Trincia, direttore della Caritas Roma: “Occorre passare dai pasti, quelli che i distribuiscono ogni giorno, ai posti per dormire. Ma per questo è necessario un intervento decisivo delle istituzioni pubbliche”. Viviamo in un tempo opulento e viziato. Al cospetto d’una nera povertà assoluta di certuni, c’è invece chi fa abuso di beni materiali d’ogni tipo. Ci chiediamo: che società immorale è mai questa, che governi timidi e inefficienti abbiamo? Se tante persone sono costrette a vivere per strada e a morire per il freddo, forse, siamo davvero condannati alla perdizione.                                                Marcello Buttazzo