Verri in “Con gli occhi al cielo aspetto la neve” di Rossano Astremo
di Marcello Buttazzo –
In questo tempo ipertecnologico, abbiamo più che mai necessità di riscoprire il cartaceo, i giornali, i libri, il profumo della poesia d’inchiostro. La fatica e il sudore, che si sostanziano di parole, di chi scrive come possibile e aurorale mestiere di vivere. Dovremmo acquistare più quotidiani, più riviste, più libri, alfine di alimentare fittamente la fiammella della conoscenza. La cultura è l’adattamento da nutrire passo dopo passo, giorno dopo giorno, con pazienza, con alacrità, con operosità. Amo frequentare l’edicola del mio paese e la Libreria Palmieri di Lecce. A Lecce, presso la Libreria Palmieri, non si va semplicemente ad acquistare un libro, ma a celebrare un incontro, un rendez-vous con cari amici. La signora Anna Palmieri, intenta alla lettura, nella sua postazione poetico- letteraria. E poi ci sono Luigi e Daniela. Ieri mattina, sono andato a ritirare un volume, che avevo prenotato giorni fa. “Con gli occhi al cielo aspetto la neve” (Manni Editori, 2013) di Rossano Astremo, uno scritto sulla vita e sulle opere di Antonio Verri. Un po’ d’anni fa, leggevo su “Il Nuovo Quotidiano di Puglia” le recensioni e le incursioni letterarie di Rossano Astremo, che oggi vive a Roma, ed è, tra le altre cose, un apprezzato docente e scrittore. E qui ritorno sul concetto di adattamento culturale, che da un punto di vista conoscitivo è qualcosa di più ampio e di superiore a quello genetico e fisiologico. Così da poter asserire che la vera evoluzione ormai non sia tanto quella biologica (studiata da Charles Darwin e da altri naturalisti), che di fatto s’è pressoché arrestata, ma quella culturale. In un tempo veloce che brucia e consuma tutto, abbiamo bisogno di studiare, di leggere, di approfondire. E devo dire che “Con gli occhi al cielo aspetto la neve” di Rossano Astremo è un dolce viaggio nel mondo, nell’entusiasmo, nella militanza, nel candore di Antonio Verri, un poeta, un intellettuale, che ha lasciato un segno significativo nella storia della letteratura contemporanea.
Marcello Buttazzo
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