di Marcello Buttazzo –

Venerdì 24 novembre, alle 18,30, presso la Chiesa di Sant’Oronzo, a Campi Salentina, Vito Antonio Conte presenterà il suo nuovo libro “Sparole” (Pensa Editore). L’Autore dialogherà con Mauro Marino. “Sparole” è un ricchissimo volume, che compendia in buona parte gli interventi (su musica, fumetto, letteratura, sentimenti, meditazioni, ed altro), pubblicati, negli anni passati, da Vito Antonio su diversi blog, ma soprattutto nelle pagine culturali de “Il Paese Nuovo”, che ha avuto in Mauro Marino un eccellente direttore, un maestro di meticolosità e di cura. L’esperienza editoriale de “Il Paese Nuovo” fu una sorta di piccola rivoluzione culturale nel Salento. Un quotidiano locale riusciva a dare spazio enorme alle varie culture e forme d’arte. In quegli anni, soprattutto dal 2010 al 2015, “Il Paese Nuovo” ha segnato un fresco vento di innovazione. Allora, leggevo con attenzione gli articoli di composita umanità di Vito Antonio Conte, che frequentemente uscivano sul quotidiano salentino. Da anni conoscevo Vito Antonio, ma in ogni suo pezzo aveva la capacità di stupirmi con la sua scrittura evocativa, morbida, profonda ed essenziale. Avevo il privilegio di conoscere Vito Antonio. Ho il piacere di conoscere e di frequentare Vito Antonio. E la sua poetica di base, preminente, è l’adesione ad una fiorente costellazione di saldi principi e di valori duraturi. Stamane, prima dell’alba, ho cominciato a leggere “Sparole”, che può essere inteso anche come un lungo viaggio, un cammino lento e a fari soffusi nel mondo intimo di Vito Antonio. Ho letto le prime 32 pagine (i primi nove articoli), e ho potuto apprezzare, ancora una volta, la spiccata sensibilità d’un uomo, d’un poeta, che sa descrivere in punta di penna, con discrezione, ma anche con ironia e sarcasmo, le più disparate situazioni dell’esistente. Nelle prime pagine del libro, ho già visto comparire, nell’immaginario di Vito Antonio, tanti compagni, tanti amici, tanti scrittori, tanti artisti. Da Hugo Pratt a Marcela Serrano. Da Gianluca Conte a Ilaria Seclì, fino a Luisa Ruggio. E in un pezzo delicatissimo il racconto sull’amato padre, che gli ha tramandato tante storie oralmente, alla cui fonte bere, nutrirsi. Vito Antonio Conte crede fermamente nell’amicizia e nei preziosi e inesauribili giacimenti dei beni immateriali. Spero di riuscire a leggere, piano piano, questo bel libro, per riscoprire le calie pregevoli che s’agitano nell’universo del mio amico poeta.

Marcello Buttazzo