Richard Ford, dai genitori alla scrittura
di Antonio Stanca –
«Le vite dei nostri genitori, anche quelle avvolte dall’oscurità, sono per noi la prima, forte assicurazione che gli eventi umani contano. Noi siamo qui, dopo tutto. Il futuro è imprevedibile e pericoloso,ma le vite dei nostri genitori ci confermano e ci aiutano a distinguerci». (Richard Ford, Tra loro)
A Settembre dell’anno scorso è stata pubblicata dalla Feltrinelli di Milano, nella collana “Universale Economica”, l’opera Tra loro (Ricordando i miei genitori) dello scrittore americano Richard Ford. La traduzione è di Vincenzo Mantovani. Fordla scrisse nel 2017, quando aveva settantatré anni e dopo che tanto aveva scritto di romanzi e racconti. Molto ha scritto Ford, ha sempre scritto impegnandosi sia nella rappresentazione di situazioni, personaggi, eventi delgenere lirico sia nel proposito di fare della classe media americana, della sua vita, dei suoi problemii motivi di una serie di opere,diuna sua epica.
Ford era nato a Jackson, Mississippi, nel 1944, aveva cominciato a scrivere quando aveva trentaquattro anni. Sue opere narrative quali Sportswriter del 1986 e la sua continuazione,Il giorno dell’Indipendenza del 1995, hanno ricevuto prestigiosi riconoscimenti: la prima è stata inserita nell’elenco dei cento migliori romanzi in lingua inglese scritti tra il 1924 e il 2005, la seconda ha vinto, prima nella storia, i due premi letterari americani più ambiti, il Pen/Faulkner Award e il Pulitzer.
Nel 2016 a Ford è stato conferito il Premio Principessa delle Asturie per la Letteratura e dal 2012 insegnaLetteratura e Scrittura presso la Columbia University School.
Tra loro è la sua opera più recente, è un libro di ricordi dove l’autore ricostruisce la vita dei suoi genitori, Parker ed Edna, e la sua insieme a loro. Questa non era stata molta, lui era nato dopo che tanto tempo era trascorso dal loro matrimonio, avvenuto nel 1928.
Dopo molti mestieri il padre aveva accettato di lavorare come commesso viaggiatore per un’importante ditta di amido per bucato. Con una macchina della ditta doveva raggiungere, ogni giorno, i posti di vendita, negozi, ospedali, scuole di tante città. Era accompagnato dalla moglie e così per anni. Per anni non avevano avuto una casa finché l’arrivo di Richard non aveva obbligato lei a stare in una casa, a svolgere i compiti che questa richiedeva, ad allevare il bambino e lui a continuare con i suoi viaggi. Per molto tempo sarebbe durata questa situazione, anche dopo la prima crisi cardiaca del padre e fino alla morte prematura.
La madre e il figlio erano rimasti soli, senza nessuno che accudisse ai loro bisogni materiali e morali. Lei aveva trovato un lavoro, lui aveva continuato ad andare a scuola, dove spesso aveva problemi. I parenti avevano mostrato di partecipare della loro condizione ma erano mancati scambi, rapporti piuttosto vicini. In Americaerano passati i difficili anni della Depressione, si stava meglio ma per i due la vita era sempre dura.
Col tempo anche la madre si sarebbe ammalata, sarebbe morta, il ragazzo sarebbe diventato giovane, si sarebbe sposato, avrebbe cominciato a scrivere ma solo nel 2017 avrebbe pensato ad un’opera che dicesse dei genitori e di lui con loro. Solo allora si sarebbe accorto di quanto erano stati importanti.Tra loro è quest’opera: si compone di due memoriali, uno dedicato al padre e scritto molto tempo dopo la sua morte e l’altro alla madre, scritto appena morì. Molta distanza c’è tra le due partidel libro ma entrambe risultano impegnatea dire di situazioni, eventi, pensieri, sentimenti comuni, quelli di due genitori che erano stati sempre insieme, uno accanto all’altro, che tanto si erano amati in quell’America della metà del ventesimo secolo che tutta scorre nelle pagine del libro. Tante vicende, tanta storia aveva vissuto quell’America, specialmente l’America del Sud, quella povera, dalla quale i due provenivano con le loro idee, i loro sogni. Nel libro il figlio ha diviso il suo ricordo, ne ha fatto due ricordi perché così gli è sembrato di non lasciare niente al caso, di poter cogliere anche le più piccole particolarità dei loro caratteri, di non trascurare quelle differenze che, in effetti, c’erano state tra loro. Timido, schivo il padre, più sicura, più aperta, più decisa la madre e questo risulteràdalla scrittura del Ford. L’ha cercato, l’ha voluto, l’ha ottenuto. Era importante per lo scrittore far vedere che nonostante tutto non lo avevano amato diversamente né il suo affetto di figlio unico era stato diverso per loro. Diversamente, però, avevano inciso in lui, un diverso segno avevano lasciato nel suo carattere. Non si erano fuse ma distinte erano rimaste nel figlio le parti diverse dei genitori.Erano diventate quelle di uno scrittore ampiamente composto, variamente impegnato. Lirico e drammatico è, infatti, Ford scrittore, semplice e complesso, soggettivo e oggettivo, unico e multiplo. Così sono i grandi scrittori e Ford è uno dei più grandi tra quelli dell’America contemporanea anche perchédotato diuna ricchezza espressiva che non si esaurisce mai,capace di una scrittura che in tanti modi si muove, che tanti effetti raggiunge.
Molto di tutto questo gli è venuto dai genitori, da come erano stati tra loro, da come erano stati con lui e lui con loro, pensa Ford, molto erano serviti a farlo diventare un grande scrittore.
Antonio Stanca
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