Per una felicità diversa. Il saggio di Alessandra Peluso
di Marcello Buttazzo
In una società iperveloce e ipergiudicante, ci si può fermare per recuperare parti di sé, della propria interiorità? In una quotidianità che, talvolta, non sappiamo vivere compiutamente, in un tempo che non riusciamo a respirare a piene mani, ci si può adoperare per modificare consolidati status quo, che ci impediscono di vedere spiragli di luce, il chiarore del sole? Può accadere che l’ordinarietà sia “avvelenata”, può succedere che non si riesca a sfuggire alle strette maglie dell’incomprensione e dell’incapacità di comprendere il proprio Sé. Corriamo la vita su selciati sterrati, talvolta con i ginocchi piagati, fra piccole gioie e dolori. Del resto, siamo tutti anime ferite, che dovremmo incontrare una nuova alba d’amore. Ci chiediamo: c’è una via d’uscita all’impasse esistenziale, che talvolta ci opprime e obnubila i nostri giorni? La strada maestra ci viene indicata dalla filosofa, poetessa e critico letterario, Alessandra Peluso in “Happy different”, nuovo saggio edito dai Quaderni del Bardo. Alessandra ci propone la via lucente da seguire per una filosofia del benessere. “Happy different” è un saggio da leggere come invito, è un arioso affresco: in esso si menzionano all’uopo, con perizia, filosofi, teologi, psicoterapeuti, maestri. “Happy different” è uno scritto positivo, che elargisce letizia, dal momento che si tenta di scandagliare i vissuti, identificando una comune matrice, capace di coinvolgerci. Ad esempio, le “Leggi Ermetiche” di Ermete, filosofo e giuda spirituale dell’antico Egitto, sono validamente operanti nella Legge dell’Attrazione, evocata dagli studiosi contemporanei. “Happy different” può essere, soprattutto, un agile manuale, che desidera rammentare la potenza del pensiero umano, una esortazione a ciascuno di noi alfine di essere consapevoli e attenti alla propria natura inerente. E una possibilità, per chi dovesse avere bisogno, è senz’altro la consulenza filosofica. Ci si può rivolgere ad un filosofo per decodificare delusioni, per affrontare vicende non previste e inaspettate, per mitigare l’esperienza di fallimento. Al consulente filosofico si chiede un aiuto sostanziale per migliorare la propria vita, attraverso il dialogo continuo. Alessandra Peluso insiste sull’importanza del pensiero, come catalizzatore di emozioni. Di pulsioni, che bisogna saper gestire e governare con parsimonia, con discernimento. Antichissime sono le leggi dell’Attrazione e le Leggi della Vita, che disciplinano i meccanismi della persona, e sono il fondamento della “Sophia-Analisi”. Una corrente psicoterapeutica, fondata dal professor Antonio Mercurio, antropologo, psicoterapeuta, filosofo e teologo. Nel bel saggio della Peluso, la “Sophia-Analisi” viene indicata come un eccellente via per uscire fuori dal disagio. In effetti, gli insegnamenti del professor Mercurio sono rudimenti e slancio vitale da recepire per nutrire, per l’innanzi, il bambino ferito che è in noi. Sono insegnamenti che ci portano a non stazionare nella rabbia distruttiva, nei sensi di colpa, nel controproducente vittimismo. Ognuno di noi deve diventare artefice della propria esistenza, deve imparare a diventare Artista della vita, deve accogliere la madre buona e rigettare quella asfissiante, uterina. Ognuno di noi deve saper riconoscere il padre saggio, che sa mostrare il senso di realtà. E quindi, se vogliamo veramente, possiamo diventare padri di noi stessi. Rinascere. Possiamo amarci per quello che siamo effettivamente, non per ciò che idealmente progettiamo o, peggio, per quello che gli altri desiderano di noi. La vita, a volte, può diventare difficile, ma sta a noi modificare le incombenze negative, abbracciare una visione armonica. Il saggio di Alessandra Peluso è una guida meticolosa per sposare il benessere, un caleidoscopio d’anima, che sa instillare in ogni passaggio una concezione beneagurante. Mi piace, a proposito della Legge dell’Attrazione, citare l’Autrice, nel seguente passaggio: “I sentimenti della riconoscenza, della gratitudine possono arricchire le relazioni umane di gioia e di significato. La gratitudine accelera l’ingresso della magia nella vita”. È vero, cosa c’è di più emozionante, di più costruttivo, che essere grati agli altri per quello che ogni giorno ci donano, essere devoti alla Natura per ciò che disinteressatamente ci dà. Bisogna saper dire grazie al prossimo. Magari alla maniera di Pablo Neruda, che così conclude l’”Ode al grazie”: “Grazie, grazie, che tu parta e tu ritorni, che tu salga e che tu scenda. È chiaro, non tutto riempi, parola grazie, ma dove appare il tuo piccolo petalo, scompaiono i pugnali dell’orgoglio e compare un frammento di sorriso”.
Marcello Buttazzo
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.