Marco Missiroli, altri modi di vivere
di Antonio Stanca –
Mondadori Libri ha ripubblicato, nei mesi scorsi, Fedeltà, un romanzo di Marco Missiroli. Risale al 2019, quando vinse il Premio Strega Giovani. Ne è stata tratta una serie televisiva ed ha avuto tante traduzioni. Anche altre opere del Missiroli, romanzi, racconti, sono state premiate e tradotte in molte lingue. Uno scrittore molto letto, molto noto è diventato nel giro di appena vent’anni, da quando nel 2005 esordì col romanzo Senza coda.
È nato a Rimini nel 1981, a Bologna si è laureato in Scienze della Comunicazione e d’allora ha cominciato a dedicarsi alla narrativa. Vive a Milano e collabora col Corriere della Sera. Come nel romanzo d’inizio anche negli altri si è mostrato incline ad indagare nell’animo umano, a coglierne i minimi risvolti, a seguire i processi più remoti. Li porta alla luce, li espone con facilità, con chiarezza. Il suo discorso non si complica mai nonostante dica di una vita segreta. Nessuno dei personaggi delle sue opere sfugge all’osservazione dello scrittore, di tutti coglie quanto avviene nell’ambito del pensiero, del sentimento, della coscienza. In Fedeltà succederà, però, che un malinteso, un equivoco, un dubbio iniziale non venga mai chiarito. Non si saprà mai con certezza se il professore Carlo Pentecoste stesse aiutando, nel bagno dell’Università, la bella e giovane alunna Sofia Casadei per riprendersi da un malore o se la stesse abbracciando. Li avevano visti altri studenti, si era saputo, ma questo non avrebbe impedito che i due continuassero ad incontrarsi, che si sentissero attratti l’uno dall’altro. Anche Margherita, la moglie di Carlo, ne verrà a conoscenza. Soffrirà ma continuerà a stare col marito, a ritrovarsi con i genitori di lui mentre la storia di Carlo e Sofia andava avanti. E ci sarà anche quella di Margherita e Andrea, il suo giovane fisioterapista, un ragazzo tanto capace da saper stare tra il lavoro, l’amore per la fidanzata Cristina, quello per Margherita, l’omosessualità e una vita notturna clandestina. Intorno a queste persone e a tante altre loro vicine, alle loro famiglie, ai loro rapporti, al loro passato si articolerà l’intera opera del Missiroli, dei principi di fedeltà, di tradimento tratterà quasi per intero, di cosa significano, di cosa comportano, di quanto valgono, di quanto richiedono. Nessuna di quelle persone rinuncerà alla propria situazione e tutte si sono messe alla ricerca di un’altra. Per quanto ci pensino non sanno, non capiscono cosa le muove, se il solo piacere del corpo o uno scontento, un’infelicità rimasta nascosta e sempre affiorante. La loro situazione non si risolverà, non sceglieranno tra le due possibilità e come agli inizi sospese rimarranno fino alla fine. Con loro conviveranno i due modi nonostante molto abbiano fatto per evitarli, per dare una svolta alle loro indecisioni. Una conferma è quest’opera che la vita dello spirito può risultare indefinibile, indecifrabile. Vivranno, i protagonisti, la loro vita quotidiana ma non vorranno liberarsi dell’altra, di quella segreta, accetteranno di rimanere divisi, di non stabilirsi, di non fermarsi, di muoversi in continuazione. Accanto a loro lo scrittore farà muovere un’intera città, la Milano dei tempi moderni, li farà vedere nelle sue strade, nelle sue piazze, nelle sue case, nei suoi locali, nei posti più diversi che con estrema precisione mostrerà di conoscere. Leggendo ci si sentirà guidati in un’interminabile scoperta. Milano farà da sfondo al travaglio di quelle anime, alle loro incapacità, le rifletterà, le farà rientrare nella sua vita, tra le sue assurdità, i suoi paradossi. Nell’immensa e complicata Milano sembrerà trovare spiegazione, giustificazione quanto sta accadendo in quelle persone. Una combinazione, un effetto quanto mai originale, suggestivo è riuscito ad ottenere Missiroli con questo romanzo: se ha mancato di spiegarsi certi fenomeni ne ha esteso la loro portata, li ha fatti diventare di tutti. Ha aggiunto altri modi di vivere, di essere, quelli destinati a rimanere incompiuti.
Antonio Stanca
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