Landi, la politica delle donne
di Antonio Stanca –
Allegato al Corriere della Sera è recentemente uscito, nella serie “La Storia delle Donne”, il breve volume, La città delle dame (Coraggiose, autorevoli, autoritarie: le donne in politica). Autore il giornalista Giovanni Landi, curatrice la storica Barbara Biscotti. Nonostante sia breve l’opera si mostra completa circa il tema trattato. Lo presenta diviso in capitoli, uno per ogni suo aspetto, e attenta, precisa risulta nel procedere, nelle considerazioni, nelle conclusioni. Prende le mosse dai primi segnali della protesta femminile contro una condizione di vita di genere unicamente maschile, contro un sistema sociale segnato dal patriarcato. Molto, tutto dice il Landi di quanto nella storia è avvenuto a questo proposito e chiaro, facile riesce pur riportando i nomi dei tantissimi luoghi, tempi, eventi, personaggi interessati. Fa ordine riguardo ad un problema che si è verificato, è proceduto anche se è rimasto sempre ai margini della storia, nella penombra. Non era un’impresa da poco, si trattava di ricostruire un avvenimento che non ha avuto un percorso lineare, che diviso, frammentato, interrotto, ripreso è stato nelle sue manifestazioni, che in tempi, luoghi diversi con protagonisti diversi si è svolto. Tra tanti elementi Landi è riuscito a muoversi con sicurezza. Molto documentato, molto chiaro è risultato il suo lavoro, fondamentale va considerato.
La donna da lui osservata, seguita, non è tanto quella comune, l’anonima femminista che rivendica i diritti più elementari quanto quella che vuole acquisire una posizione di rilievo, distinguersi, impegnarsi, lottare per le altre, interpretare i loro bisogni, farli conoscere a tutti. È la donna che ambisce a far parte della vita pubblica, a diventare un personaggio autorevole, a fare politica perché vuole dare evidenza a quella condizione discriminante, secondaria, inferiore alla quale le sue simili sono state condannate per secoli e che ancora non hanno superato. Nemmeno oggi l’hanno superata completamente anche se molto è stato raggiunto soprattutto tra fine Ottocento, primo Novecento e oltre. In questo periodo molte donne si sono interessate del problema femminile, ne hanno fatto il motivo di una vera e propria azione politica, lo hanno portato all’attenzione generale. È avvenuto in ogni parte del mondo. Nei paesi del Nord Europa si è iniziato e col tempo si è assistito ad una sempre più diffusa volontà, da parte delle donne, di entrare a far parte di consessi politici, del sistema di governo del proprio comune, provincia, regione, Stato o continente, di proclamare ad alta voce quanto era sempre mancato alla donna e ancora mancava, quanto era stato fatto e c’era ancora da fare. Ovunque nel mondo ci sono state donne così animate, così coraggiose da voler denunciare i problemi della propria categoria, da volerli affrontare pur a costo di ostacoli di ogni genere. Molte avversità hanno incontrato, non sono state mai accolte con favore le loro proposte. Le si vedeva come causa di disordine, di guasto rispetto all’ordine costituito. A questo non si era disposti a rinunciare né a modificarlo. Tanto hanno lottato, tanto hanno sofferto quelle donne, alcune hanno perso la vita ma molto hanno ottenuto a livello locale, nazionale e sovranazionale. Molte conquiste sono state fatte a livello personale e sociale. Donne al potere politico si trovano ormai dappertutto e a capo di importanti istituzioni. In mano loro ci sono i destini di intere nazioni e pari se non superiori sono stati i risultati ottenuti rispetto a quelli dei precedenti o contemporanei uomini politici. Un quadro ampio, esteso richiede la rappresentazione di quante sono oggi nel mondo le donne impegnate in politica, di quante si sono fatte carico di interi settori della vita, della società. Questo quadro ha saputo comporre Landi e lo ha fatto procedendo per tappe, mostrando come si è formata, come è avvenuta una simile conquista, quante volte è stata ostacolata, quante ha resistito. Un processo lento e continuo ha interessato l’intero mondo, si è fatto sentire da un capo all’altro della terra, si è alimentato, si è richiamato pur a distanza e ha finito col vincere.
Antonio Stanca
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