di Antonio Stanca –

Giornalista, saggista, scrittrice è Giulia Caminito. È nata a Roma nel 1988, si è laureata in Filosofia politica e nel 2016 ha esordito nella narrativa. Ha continuato negli anni successivi con romanzi e racconti che le hanno procurato un notevole successo. Sono stati più volte premiati e alcuni tradotti in molte lingue. Anche un libro per ragazzi ha scritto e intanto lavorava nell’editoria. La sua opera più recente è Amatissime, pubblicata da Giulio Perrone Editore, Roma. Contiene una lunga ricerca compiuta dalla Caminito su cinque scrittrici italiane vissute tra primo e secondo Novecento. Sono Elsa Morante, Paola Masino, Natalia Ginzburg, Laudomia Bonanni, Livia De Stefani. Alcune sono note altre meno ma di tutte la Caminito porta alla luce le origini, gli ambienti, le persone della loro vita, della loro formazione, le loro opere. Lo fa in modo particolare, coinvolgente, poiché cerca di scoprire quanto di quelle donne, del loro carattere, del loro lavoro è presente anche in lei, nella sua vita, nella sua opera, in quante circostanze si è sentita vicina, quanti suoi momenti, pensieri sono stati uguali. Cessa quasi di essere una ricerca questa della Caminito per diventare un racconto animato che non finisce di sorprendere tanti sono i segreti che delle scrittrici vengono rivelati, tante le coincidenze tra loro e la Caminito. Questa ha sempre mostrato di voler sapere della vita di scrittrici compresa la più intima, di “amarle”, di volerle conoscere per intero insieme a quanto viene generalmente trascurato dai libri di letteratura. Vuole confrontarsi con loro, scoprire dove è uguale e dove diversa. Lo fa stavolta per un intero libro che prezioso risulta  poiché svela un’epoca intera, mostra quanto avveniva nella cultura, nella letteratura, nell’arte di quegli anni, cosa s’intendeva per attività letteraria, come la si interpretava, quali erano le tendenze degli autori e le preferenze delle case editrici, quali le esigenze del pubblico, quanti problemi quei tempi avevano comportato per donne che volessero diventare scrittrici, poetesse o in genere artiste. Per ognuna delle sue donne la Caminito muove dalla famiglia, dalla nascita e procede per tutta la vita fino alla morte. Le fa vedere bambine in casa, a scuola, con i genitori, i fratelli, con i loro sogni, le loro prime esperienze, le prime scritture. Le mostra poi giovani solitarie, inquiete, insofferenti a volte della famiglia, a volte dell’ambiente e tutte smaniose di altre persone, di altri posti. Roma rappresentava allora, prima e soprattutto dopo la seconda guerra mondiale, la città più fervida, più ricca di promesse per chi aveva ambizioni artistiche e a Roma si faceva di tutto per andare. Anche le cinque scrittrici studiate dalla Caminito sarebbero venute a Roma dai loro luoghi di origine. Qui sarebbero rimaste a lungo, alcune per sempre, avrebbero formato famiglia, avrebbero avuto figli, tutte avrebbero cercato d’inserirsi nell’ambiente intellettuale della città così vasto, così vario, avrebbero cominciato o continuato a pubblicare, non tutte avrebbero avuto successo.  In verità non si era ben disposti verso di loro, venivano da fuori, erano donne e la cultura, la letteratura, l’arte erano ancora ritenute un privilegio riservato agli uomini. Avrebbero sofferto soprattutto agli inizi e alcune per sempre. Altre sarebbero diventate famose, ce l’avrebbero fatta. Un posto in continuo fermento era la Roma di quegli anni, c’era chi si integrava, si affermava, emergeva e chi rimaneva escluso. Di questa città, di questo periodo, di questo movimento in ambito culturale, artistico non c’era stato finora un quadro così completo, così capace di comprendere ogni momento, ogni aspetto, di riuscire così chiaro. L’esposizione della Caminito, inoltre, fa sembrare vicine, vive le scrittrici, naturali le loro vicende e i tanti altri personaggi, eventi intorno. È un risultato degno di nota, una scrittura che rende familiare un mondo così affollato, così distante. Non ha rinunciato ad essere una scrittrice la Caminito neanche quando ha voluto fare la biografa.

Antonio Stanca