Édouard Louis, non solo un romanzo
di Antonio Stanca –
Del giovane scrittore francese Édouard Louis è uscita da poco, presso Bompiani, la prima edizione italiana del suo terzo romanzo Chi ha ucciso mio padre. La traduzione è di Annalisa Romani.
Louis è nato ad Hallencourt, Francia del Nord, nel 1992. La sua era una famiglia povera, vivevano in un piccolo comune lontano dai centri urbani e lui sarebbe stato il primo dei fratelli a concludere gli studi e a frequentare la Scuola Normale Superiore di Parigi. Nel 2013 inizia a lavorare presso gli Editori PUF, dove cura le edizioni di opere di importanti autori francesi e crea la rivista “DesMots”. Nel 2014 pubblica il primo romanzo Il caso Eddy Bellegueule, un’opera dove scrive di sé, giovane omosessuale, dei problemi che questo gli comporta, della situazione familiare che si svolge tra povertà, alcolismo ed esclusione, dell’ambiente sociale dove è cresciuto. Il libro fu molto apprezzato, anche all’estero ebbe successo ed ancorasono in corso sue traduzioni. “Come se Édouard Louis scrivesse da sempre”, fu uno dei giudizi critici del momento. Venne poi, nel 2016, il secondo romanzo, Storia della violenza, pure di genere autobiografico. L’autore scrive della violenza sessuale da lui subita da parte di un giovane immigrato algerino, la rivive come un trauma, si sente una vittima ma una vittima di gravi problemi sociali quali appunto l’immigrazione e il razzismo fa pure di quel giovane.
E autobiografico è ancora quest’ultimo terzo romanzo del Louis, Chi ha ucciso mio padre. Lo ha pubblicato nel 2018 ed anche qui la maniera espressiva è quella della sovrapposizione dei discorsi. Non c’è una sequenza ordinata perché gli interventi, i ricordi, i pensieri giungono all’improvviso e hanno diversa provenienza. E’ come se fossero richiamati dalle circostanze. E’ un procedimento che attira, incuriosisce il lettoreperché insieme all’autore gli sembra di scoprire delle verità sempre celate, mai dette ed ora ricordate, richiamate.
In Chi ha ucciso mio padre Louis ripercorre i tempi della sua infanziae adolescenza avvenute nella sua povera casa, nelpovero quartiere dove stava. Questa volta, però, la sua attenzione è rivolta in particolar modo verso il padre, dice della vita da lui condotta prima e dopo il matrimonio. La madreera vedova e con due figli. Altri erano venuti dal matrimonio e lui si era dedicato a tutti senza fare distinzioni. Era, però, il tipo di uomo che, nonostante i problemi della povertà, della disoccupazione, della condizione sociale, coltivava l’idea della sicurezza, della forza, nutriva il pensiero della razza maschile come superiore, del maschio come diverso dalla femmina. In casa era stato un duro anche con la madre. Continui erano gli scontri con lei e con i figli. Si erano separati, era andato a vivere lontano e qui l’avrebbe raggiunto Édouard come dice in questo libro. Lo avrebbe trovato cambiato, completamente diversoe non avrebbe saputo se attribuire il cambiamento alle condizioni di salute piuttosto precarie nelle quali versava o ad una maturazione avvenuta dopo la separazione dalla moglie e servita a fargli capire di più gli altri, ad accettare i deboli, i diversi.
E’ questo il tema al quale lo scrittore dedica l’opera: vuole egli mostrare come la vita quando cambia può far cambiare anche i pensieri, i modi di essere, di fare, come si può diventare migliori, capire di più se si vive in modo diverso. Per ottenere tanto servono certe condizioni, quelle che a suo padre erano state sempre negate. Niente, nessuna realizzazione, nessuna sicurezza aveva ottenuto egli dalla vita. L’indigenza era stata la sua condizione unica, per lui e per la sua famiglia. Aggravata era stata dalle dure leggi che nella Francia di quel periodo venivano emanate senza tener conto di chi aveva bisogno. Un atto di accusa vuole pure essere questo romanzo riguardo a quanto è avvenuto nella società, nella politica, nella storia della Francia contemporanea, di quella che non ha provveduto a recuperare, a salvare le classi sociali più deboli ed ha, invece, tutelato le più forti.
Lui, Louis, ha scoperto le cause della situazione sua, di suo padre, della sua famiglia e di tante altre e le ha denunciate tramite un libro che non è solo un romanzo ma anche una protesta, che non vale solo per la Francia ma per ogni nazione, per ogni posto dove il bisogno impedisce la libertà, la conoscenza, l’azione.
Antonio Stanca
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