Claudia Casanova, dalla storia all’arte
di Antonio Stanca –
Da bambina leggeva Salgari, Verne ed altri autori di mondi immaginari. Li trovava nella biblioteca di casa. Già allora era attirata, affascinata dai valori, dai significati che possono assumere le parole scritte. A dodici anni aveva cominciato a scrivere racconti ed ora a quarantacinque è al suo quarto romanzo, Storia di un fiore. Si chiama Claudia Casanova, è nata a Barcellona nel 1974, si è laureata in Economia e Traduzione e prima di laurearsi ha scritto due romanzi,La dama e il leone,ambientato nella Francia del Medioevo, e La terra di Dio, che tratta della Spagna delle tre culture, la musulmana, la cristiana e l’ebraica. Laureatasi ha cominciato a lavorare nell’editoria prima come lettrice, poi come traduttrice in diverse lingue. Collabora con i media e con giornali e riviste di storia sia spagnola sia straniera. È membro dell’“American Historical Association”.
Di genere storico sono generalmente i suoi interessi sia nell’attività d’intellettuale impegnata nell’editoria e nei mezzi di comunicazione di massa sia in quella di scrittrice. Come i primi due anche il terzo, La perla, è un romanzo storico, è rivolto, cioè, a ricostruire vicende, personaggi del passato, stavolta della Francia del XII secolo. Così pure in Storia di un fiore, suddetto quarto romanzo, scritto e pubblicato quest’anno e lo scorso ottobre comparso in Italia per conto della Feltrinelli. La traduzione è di Gloria Cecchini. Nell’opera la Casanova risale alla Spagna del XIX secolo e vuole ricostruire la vita della prima botanica spagnola, Blanca Catalán de Ocón. Dei suoi studidi Scienze Naturali fece ella il mezzo più importante per ottenere una propria realizzazione, per affermarsi nell’ambito intellettuale spagnolo, per vivere la vita sognata. Dal silenzio che gravava su di lei ha voluto la Casanova farla emergere anche se il suo non è un semplice riporto di quanto accaduto nel passato poiché tante, in questo e negli altri romanzi, sonole parti, le situazioni immaginate, inventate, aggiunte al fine di andare oltre la storia, di ottenere significati che superano la contingenza ed assumono un valore più ampio, che trasfigurano la realtà in nome di un’idealità nella quale tutti possano riconoscersi. Di storia vuole scrivere la Casanova ma non vuole rimanere una cronista poiché da scrittrice lo vuole fare. E apprezzabili rende le sue opere pure la sua intenzione di continuare, in tempi moderni, un genere letterario che appartiene al passato e che già tanto è valso, tanto è stato importante, tanto è riuscito. Ottenere questo oggi, quando molto tempo è passato, molte cose sono cambiate, è un altro merito della scrittrice, è un’altra sua nota positiva nel contesto degli autori contemporanei.
Nel romanzo Storia di un fiore, quindi, quella Blanca Catalán de Ocón è diventata la giovane studiosa di botanica Alba. Fa parte della nobile famiglia spagnola Ruiz de Peñafiel che alla fine dell’Ottocento risiedeva a Barcellona e che durante l’estate si spostava in campagna, nella grande tenuta diSolariega. Qui Alba ha la possibilità di coltivare i suoi interessi con maggiore facilità e libertà poiché moltissime sono le erbe, le piante, i fiori che può scoprire durante le lunghe passeggiate checompie nella tenuta, nei suoi prati, nei suoi boschi, insieme alla sorella Luisa. A questa piacciono le farfalle e molte ne catturerà mentre Alba arricchirà in continuazione il suo erbario. Sono due ragazze ma, a differenza di Luisa, Alba è più convinta del suo lavoro, vuole fare della botanica l’interesse principale della sua vita, il suo merito maggiore, il mezzo per attuare le sue aspirazioni, vuole diventare famosa per i suoi studi, per le sue ricerche nel mondo delle piante e nei posti più diversi, più lontani. E starà quasi per farcela quando si metterà con un famoso botanico tedesco, docente all’Università di Praga e noto in ambito europeo. Era venuto dalle parti di lei poiché doveva completare uno studio sulla flora spagnola. I due s’incontreranno, s’innamoreranno ma quando i sogni di Alba stavano per avverarsi, in casa succederà una disgrazia. Il padre, Don Eduardo, perderà tutto il denaro che aveva investito in un progetto, la madre morirà e la famiglia cadrà in miseria. Alba continuerà, tuttavia, a coltivare i suoi studi e lo farà anche se il famoso tedesco diventerà impossibile da raggiungere. Quegli studi le permetteranno di farsi conoscere da un giovane giudice del posto col quale si sposerà e si libererà delle sue condizioni. Il giudice le permetterà di continuare a studiare quella botanica che ha costituito il risvolto, l’aspetto fondamentale della sua vita. E’ vissuta per essa ed essa l’ha sempre fatta valere.
Un valore religioso, una funzione sacra sembra abbiano assunto i suoi studi e così era stato per quella studiosaper la quale la Casanova ha voluto scrivere il romanzo. Quella, però, era rimasta un personaggio della storia mentre questa, Alba, era diventata un’espressione dell’arte.Capace l’aveva resa la scrittrice di quei pensieri, di quei sentimenti che fanno diventare unici, che fanno dell’anima il solo riferimento, il solo modo per stare, per fare, per essere. Un romanzo ha ricavato da una vita la Casanova, per sempre ha fatto vivere quella donna, infinito ha reso il suo tempo. E non vanno trascurate le doti espressive della scrittrice, la sua capacità di riuscire facile, semplice, chiara pur nelle situazioni più complicate. Come in una favola sembra di trovarsi, in una favola che non finisce mai e che fa innamorare chi legge.
Antonio Stanca
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