Incontro al vento
Da Spagine – Fondo Verri edizioni
“Incontro al vento”
racconto di vita di Giuseppe Fioschi“
di Marcello Buttazzo –
Il vento è cambiato è soffia sulle inutili cose,già si sente un’aria più leggera”. Il vento, a volte, spira freddo sulla faccia, batte sulle turbolenze, scava solchi sulle nostre manchevolezze. Il freddo, a volte, ghiaccia gli intendimenti, le attese, i desideri, i sogni, le speranze. Ma il vento, talvolta, fa il suo giro e poi ritorna. Ritorna vivo di vicende umane, rilucente di fiato, di respiro, di palpitante amore. Ritorna il vento a far risorgere l’attimo e l’infinito. Ritorna il vento calido di umanità a ridar significato all’esistenza. La vita è una corsa infinita, una strada a tappe. Può essere accidentata e malagevole; in alcune storie contingenti può essere piana e serena.
Per Giuseppe Fioschi, la prima parte della sua esistenza (lo possiamo dire senza perifrasi alcuna) è stata un inferno di sciagure, un succedersi di accadimenti dolorosi, travagliosi. Già da ragazzino fu ricoverato in un ospedale tedesco per una adenopatia polmonare. A sei anni, fu spedito in collegio a Santa Maria di Leuca. Le insegnanti usavano metodi pedagogicamente retrivi e violenti. Giuseppe fu vittima, tra l’altro, di bullismo. Nell’infanzia, ebbe una madre amorevole; epperò, il padre fu totalmente assente. Di certo, il fanciullo Giuseppe si sentì intimamente abbandonato, non potè contare su una solida figura di riferimento maschile, che gli sapesse insegnare i cardini paradigmatici dello “stare al mondo”: il principio di realtà e il senso del limite. Da ragazzino, tentò più volte il suicidio. Viveva in una condizione inusuale per un giovanissimo, soggetto a mortificazioni sanguinose, a punizioni, che avrebbero annichilito chiunque. A metà degli anni ’80, un ragazzo più grande del suo paese lo inizio all’uso dell’eroina. Per anni e anni, Giuseppe ha vissuto in un girone vorticoso di tormento, di spacconaggine, di lacerate corde. È passato dall’eroina all’utilizzo di altre sostanze psicotrope, che fanno male al corpo e allo spirito.
Ma, anche quando il vento ha il sapore di cruento tormento, può fare il suo giro e ritornare a far brillare stagioni più praticabili. Insistentemente, mi chiedo: “Cosa ha salvato Giuseppe dalla catastrofe, dallo sprofondo nell’abisso più nero?”. Di certo, il suo spirito di conservazione, la sua consapevolezza, che, a volte obnubilata, purtuttavia, a un certo punto, lo ha portato a sputare fuori tutto il dolore e a tentare di risalire lentamente. La vita si sostanzia di vissuti, di incontri e di enunciazioni. Senz’altro, quell’assistente sociale che frettolosamente sentenziò che “Giuseppe Fioschi ormai è irrecuperabile”, diede una spinta inattesa e non richiesta, linfa vitale al suo orgoglio ferito, sotto terra. E lo destò! I passaggi nel carcere di Sulmona e in quello punitivo e di massima sicurezza di Favignana sono stati fondamentali per rinsaldare la sua voglia di riscatto. Forse, l’aspetto più dirimente e prorompente a segnare positivamente l’anima di Giuseppe è stata la nascita della figlia Genny, che oggi è una giovanissima sedicenne, brillante studentessa liceale. Sono, altresì, convinto che Giuseppe, a un certo punto della sua fallimentare esistenza, abbia avuto il coraggio e l’umiltà di saper chiedere aiuto a persone qualificate e di riguardo.
Al Ser.T. di Lecce e di San Cesario, al Fondo Verri di Lecce, ha incontrato uomini e donne che gli hanno voluto bene e lo hanno incoraggiato a leggere e a narrare, a evocare i suoi vissuti.È nato il libro “Storiarsi”, nel 2011, scritto collettivo. Successivamente, “La voce e il racconto di sé. Scritture della Casa Circondariale di Borgo San Nicola e dei Ser.T di Lecce e San Cesario di Lecce” (2015). Nel 2016, è uscito “Il Coraggio di cambiare” (edito dal Fondo Verri per il Magazzino di Spagine), seguito nel 2019 da “Tra l’attimo e l’infinito” nella collana di Spagine. Molte persone sono state vicine con amore a Giuseppe. Ricordo solo alcune di esse: Mauro Marino, Piero Rapanà, Santa Scioscio, Vito Antonio Conte, Patrizia Buttazzo, Giuseppe Pellegrino, Silvia Cazzato, Raffaele Quarta, Fiammetta Perrone, Dino Pizzoleo.
In questi giorni, è stato pubblicato da Spagine-Fondo Verri edizioni il nuovo libro-diario di Giuseppe Fioschi, dal titolo “Incontro al vento”, con una prefazione di Silvia Cazzato e una nota di lettura di Vito Antonio Conte. La dedica è sintomatica: “A Genny, figlia amata, la cui esistenza mi ha permesso di rinascere”.“Incontro al vento” è un racconto a salti d’un percorso difficile, che, dopo vicissitudini aspre, di rabbia distruttiva, si sono incanalate e trasformate in altro con pazienza, riuscendo a far scorgere barlumi d’un’aurora sorgiva da afferrare a piene mani. Giuseppe, con gli anni, ha imparato a dare priorità alle emozioni, ai sentimenti, agli affetti. L’autore mostra, soprattutto, nella prima parte del libro, le manchevolezze e le perdizioni; ciononostante, si comprende quanto sia stato legato all’amata madre Cesarea scomparsa giovanissima per un tumore, al fratello Gianni morto prematuramente, alla sorella Piera scomparsa anch’essa precocemente per una perentoria malattia. A loro ha anche dedicato versi toccanti. Giuseppe è riuscito a passare da una prima giovinezza di assoluto disordine, di abulia sentimentale, a una maturità vigile densa di passione. Nonostante i lutti e le perdite, nonostante le folli corse giovanili, ora è un uomo integro. La lettura è un medium che lui adopera per confrontarsi con gli altri universi, con i mondi multipolari. Un medium pacifico e non violento, che è particolarmente indicato per la crescita della persona. In “Incontro al vento” la storia fluisce fra cadute e risalite, fra sensi di colpa e di vergogna. E la contezza di inedite possibilità. Oggi, Giuseppe è una persona che ha saputo mutuare una debordante sofferenza in un’alba sostenibile e accettabile, di colori soffusi, rosa e viola. È un lavoratore indefesso, un padre accorto e amorevole. Ama la lettura, la scrittura, la Natura. La cifra di insopprimibile splendore dell’umana bellezza.
Marcello Buttazzo
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.