Sulla maternità surrogata
di Marcello Buttazzo –
In Commissione Giustizia si comincia a prendere in considerazione la proposta di legge di Fratelli d’Italia per rendere reato universale la maternità surrogata. Si tratta d’una questione eticamente sensibile molto delicata, molto intricata, che non può essere liquidata con considerazioni secche, apodittiche. È necessario un dialogo serrato fra maggioranza e opposizione. La pratica del cosiddetto utero in affitto è molto controversa, anche se viene regolarmente effettuata in America e in alcuni paesi europei. Esorbitante e anacronistica è la pretesa di questo governo di destra di voler rendere la maternità surrogata reato universale e quindi sanzionata e perseguita anche se praticata all’estero. Questo intendimento illiberale di Meloni, Salvini, Roccella, e compagnia, non deve trovare cittadinanza. Il capogruppo di Fratelli d’Italia Malan ha affermato, tra le altre cose: “È una battaglia contro la compravendita dei bambini e la mercificazione del corpo della donna”. È vero, le derive d’una genetica fin troppo liberale sono sempre in agguato. Epperò, se la maternità surrogata venisse confinata secondo i dettami d’un rigoroso quadro normativo, non ci dovrebbero essere soverchie remore morali per ricorrere ad essa. Purtroppo, in Italia, per colpa delle destre e del Pd, siamo ancora retrivamente schierati su posizioni di retroguardia. La legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita fa ancora acqua da tutte le parti. Andrebbe revisionata, aggiustata. In Italia, la fecondazione eterologa non è concessa alle coppie omosessuali. Ci sarebbe da fare un discorso sulla viltà ontologica della cultura confessionale, che tanto piace a Roccella, a Meloni, a Pillon. Un bambino non è solo il “prodotto” d’una fusione anfimittica fra una cellula uovo e uno spermatozoo. I cattolici oltranzisti, che riducono le figliolanze a una questione di zigote, palesano un sconcertante riduzionismo filosofico. Un figlio e una figlia sono qualcosa di più del concorso di cellule della linea germinale. E poi, sinceramente, padri e madri sono quelli che insegnano le regole auree dello stare al mondo. Figure genitoriali possono benissimo essere due donne o due uomini, capaci di senso di accoglienza, predisposti a mostrare chiaramente il principio di realtà e il senso del limite. Una domanda a Meloni e Roccella: perché il vostro governo nega l’adozione alle coppie gay?.
Marcello Buttazzo
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