Rottamare i diritti e le persone
di Marcello Buttazzo –
Il reddito di cittadinanza, provvedimento vigente in tanti paesi emancipati, verosimilmente in Italia ha una funzione più come misura assistenzialistica. Comunque, è servito per mitigare quantomeno le sperequazioni sociali e porre sotto controllo statale la povertà assoluta. E da questo punto di vista, è stato un successo. Ciononostante, fra i politici, c’è chi si agita continuamente per motivi puramente strumentali, di visibilità. Matteo Renzi che deposita in Cassazione il quesito referendario per l’abolizione del reddito di cittadinanza non è credibile. Non sono attendibili minimamente le sue parole: “La cultura grillina, unita a quella della sinistra radicale, ha trasformato la questione del lavoro in assistenzialismo. Noi siamo il partito del lavoro, un lavoro pagato meglio”. Niente di più falso. L’ex “riformista” in camicia bianca, quando era premier, fu l’artefice del cosiddetto Jobs act, che, secondo i dati Inps, non creò affatto i posti di lavoro promessi. I lavoratori si videro togliere i diritti conquistati in anni di lotte sindacali, e furono favoriti al contempo gli imprenditori. Il governo guidato da Matteo Renzi riuscì a fare ciò che non era stato possibile ai precedenti governi di centrodestra, rottamando i diritti dei lavoratori e i lavoratori stessi. La profonda cultura di Renzi l’abbiamo già sperimentata. Ora speriamo in altro.
Marcello Buttazzo
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