di Marcello Buttazzo –

S’infiamma la campagna elettorale, il quaderno di promesse dei vari candidati è sempre più fitto. Parimenti, i Berlusconi, i Salvini, i Renzi, i Di Maio s’intrattengono, pressoché quotidianamente, in dichiarazioni virulente nei confronti dell’interlocutore dell’avverso partito. Il poco virtuoso e sdrucciolevole terreno della politica contemporanea trasformato in un ring dai toni accesi. In senso più ampio, la politica è spesso luogo di lotte cruente, di scontri frontali. Certo, il conflitto dialettico può incrementare e aiutare la crescita democratica, può favorire la critica costruttiva. Purtuttavia, al cospetto di aspre contrapposizioni di principio, relativamente a questioni più alte rispetto agli ordinari chiacchiericci dei Berlusconi, dei Salvini, dei Renzi, dei Di Maio, s’avverte più che mai la necessità di porre l’attenzione sul tema della “riconciliazione”.
Più in generale possiamo dire che, nel vivere civile, negli accadimenti non solo politici ma che riguardano ogni aspetto umano, sia di prioritaria importanza per tutta la comunità cittadina (laica, cattolica, e d’ogni confessione), coltivare una inclinazione alla pacificazione.
“Pacificazione”, prima che antefatto politico, è una precondizione vitale, un nobile atteggiamento esistenziale, che ci mette dapprima in sintonia e in contatto con noi stessi. E sappiamo che, alla base d’una corretta comunicazione con l’altro da sé, c’è il legittimo riconoscimento di sé stessi, della propria identità.
Non si può essere considerati, visti dall’interlocutore, se non si ha piena consapevolezza del proprio sé. Partire da se stessi e abbracciare gli altri. Anche scontrarsi, ma dialetticamente. La solidarietà, la sussidiarietà, la reciprocità, il dono, l’anelito di libertà, dovrebbero essere paradigmi cruciali e di base d’una unitaria etica di comportamento (credenti, non credenti, diversamente credenti).
Per restare su un aspetto dirimente, cattolici e laici dovrebbero incontrarsi. Sempre. Il mondo cattolico, ad esempio, è molto interessato da varie tematiche di pressante attualità (ambientali, economiche, educative, popolazionistiche, antropologiche, bioetiche). Può succedere che alcuni credenti apprezzino le alte gerarchie della Chiesa, quando esse denunciano l’emergenza ecologica e la degenerazione d’un certo pernicioso sistema economico-produttivo; però, al contempo, può accadere che alcuni credenti, rispetto alla dottrina cattolica, siano più possibilisti e meno intransigenti sulle tematiche eticamente sensibili. I laici, poi, sulle questioni bioetiche una loro aperta antropologia di riferimento. Forse tutti (cattolici e laici), per quanto possibile, dovrebbero riconciliarsi e dare significato e rilevanza ai rudimenti d’una cultura, per quanto possibile, condivisa. Dovremmo comunque incontrarci sempre, e riconoscerci fra le pieghe della vita.

Marcello Buttazzo