di Marcello Buttazzo –

L’ineffabile Donald Trump ha fatto pubblicare un emendamento in cui rende noto che la pena di morte è “irreversibile”. Mancano, nei vari Stati, i composti chimici per l’iniezione letale, ma Donald non manda in pensione il boia. Per “giustiziare” i vari colpevoli si utilizzeranno metodi alternativi, come l’asfissiamento, la folgorazione e l’uccisione per arma da fuoco. Quello spirito “umanitario” di Trump ha anche stabilito che se nello Stato in cui viene commesso il crimine non c’è la pena capitale, il giudice federale può comunque ricorrervi, designando un’altra circoscrizione in cui il ferino omicidio legale è permesso. In questi giorni, Donald ha ridato il via alle esecuzioni federali dopo 17 anni di stop di fatto. Ma, verosimilmente, le 5 uccisioni di Stato previste, non saranno realizzate prima del 20 gennaio, cioè prima che Trump lasci la Casa Bianca. E il democratico Joe Biden, contrario alla pena di morte, eliminerà il vecchio e odioso emendamento. Questa è una delle tante ragioni per cui è necessario gioire per la sconfitta dell’impresentabile stramilionario sfondato alle recenti Presidenziali.