di Marcello Buttazzo –

Sabato 22 giugno, s’è tenuta la manifestazione “Scegliamo la vita”. Il corteo delle associazioni “pro-life” s’è svolto per le strade di Roma. Ai manifestanti è giunto anche il messaggio del Papa: “Vi esorto ad andare avanti con coraggio, nonostante ogni avversità: la posta in gioco, cioè la dignità assoluta della vita umana, dono di Dio, è troppo alta per essere oggetto di compromessi o mediazioni. Sulla vita umana non si fanno compromessi”. Le parole di Bergoglio sono ineccepibili dal punto di vista dell’etica tradizionale. Però, uno Stato laico e liberale non può appiattirsi sull’etica cattolica. Uno Stato laico e liberale deve saper fare il pieno di morali. E sulle questioni bioetiche, anche se tecnicamente è quasi impossibile conciliare principi e valori antitetici, il legislatore deve addivenire a normative rispettose di tutta la comunità di cittadini. I compromessi e le mediazioni dovrebbero essere praticate con raziocinio in un’ottica di bioetica quantomeno parzialmente condivisa. Non è un caso che la bioetica laica concentri la sua significanza paradigmatica non sulla dignità assoluta della vita umana, ma sulla qualità e sulla dignità della vita. Senza dimenticare che, in uno Stato laico e liberale, i cittadini possono essere cattolici, laici, atei, credenti di altre religioni, diversamente credenti. Epperò, si sa, che vento soffi in Italia a livello governativo. Anche la bioetica, come altre questioni, per i nostri politici è tema di propaganda strumentale. In questi ultimi giorni, Matteo Salvini, che talvolta nei suoi comizi ostenta bibbie e madonnine, si sta mostrando più “devoto” di Giorgia Meloni. Infatti, la Lega ha presentato, al Senato, sul cosiddetto “reato universale” di maternità surrogata alcuni emendamenti, in cui si propongono per chi ricorrere alla gestazione per altri pene di reclusione dai 4 ai 10 anni e multe fino a 2 milioni di euro. Il “reato universale” di Gpa era un “gioiello” della premier Giorgia Meloni e di Eugenia Roccella, che nell’approvazione del testo alla Camera lo scorso 26 luglio s’erano “limitate” a prevedere dai 3 mesi ai 2 anni di carcere per i trasgressori. Evidentemente, è in atto una guerra ideologica fra Fratelli d’Italia e Carroccio, una tendenza a posizionarsi più a destra. Probabilmente, non è con la criminalizzazione che si risolvono le questioni eticamente sensibili. Giustamente l’associazione radicale “Luca Coscioni” ha asserito che è in corso, fra Fratelli d’Italia e Lega, “una guerra a chi le spara più grosse”. Personalmente, ritengo che sulla gravidanza per altri occorra cautela e discernimento. La via indicata dal segretario di +Europa, Riccardo Magi, d’una Gpa solidale e controllata dallo Stato, è una valida soluzione laica. Penso, altresì, che la maggioranza governativa di centrodestra stia sbagliando pienamente ad intraprendere quest’altra battaglia securitaria. Ricordiamo che insigni giuristi nazionali e internazionali affermano che il cosiddetto “reato universale” di surrogata sia solo un pasticcio giuridico, senza alcuna possibilità di successo.

Marcello Buttazzo