L’eroismo delle donne iraniane
di Marcello Buttazzo –
In Iran i diritti umani vengono drammaticamente violati, calpestati. La pena di morte è in vigore per innumerevoli reati, anche irrisori. Perfino l’omosessualità è punibile con la reclusione e con la pena capitale. Dopo la rivoluzione del ’79, il regime non tollera minimamente le proteste e, negli ultimi anni, s’accanisce in particolare contro le donne. I loro diritti allo studio, al divorzio, all’aborto, alla libertà di abbigliamento sono stati aboliti o fortemente ridotti. In questi ultimi giorni, davanti all’Università islamica Azad di Teheran, una studentessa, Ahoo Daryaei, è stata sgridata dai custodi della morale perché non portava il velo. La giovane non s’è persa d’animo e con immenso coraggio s’è tolta i vestiti e ha cominciato a camminare davanti all’Università islamica. Sono eroiche queste ragazze iraniane, libere e consapevoli, che pur rischiando la vita protestano contro le violenze della polizia. Alcune, ormai da tempo, rifiutano di indossare lo chador con un atto di meritoria, seppur pericolosa, disobbedienza civile. Certo, Ahoo Daryaei è stata poi caricata su un’auto da un gruppo di uomini e portata in qualche prigione. La disobbedienza civile è faticosa, difficile. Queste ragazze esigono l’attenzione, l’encomio e l’appoggio d’un Occidente, a volte distratto e scarsamente intenzionato a sanzionare duramente l’Iran per questi crimini contro l’umanità. Ma se il regime ottuso degli ajatollah, un giorno (auspicabilmente non molto lontano), si sgretolerà o verrà abbattuto sarà soprattutto merito della forza e della visione di queste giovani donne impavide e ardimentose.
Marcello Buttazzo
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