di Antonio Bruno Ferro –

Nessuno può negare che gli uomini e le donne abbiano una relazione che ha a che fare con il sesso. È anche evidente la modalità delle preferenze in cose diverse degli uomini e delle donne e che tutto questo è perfettamente degno del rispetto reciproco. Queste caratteristiche diverse devono essere accettate da tutti e soprattutto tutti abbiamo il dovere di parlarne con rispetto. Questo significa che gli educatori che abbiano classi in cui gli allievi siano sia di genere femminile che maschile devono essere disposti a riflettere su tutte le cose, essere disposti a rispondere a tutte le domande. Le allieve e gli allievi in tal modo cresceranno rispettandosi reciprocamente nella diversità tra uomini e donne che sarà riconosciuta reciprocamente legittima.
Ma chiediamoci perché abbiamo queste differenze di trattamento a seconda del genere a cui apparteniamo? Perché abbiamo una cultura che discrimina ed è patriarcale oltre che misogina che indica un atteggiamento di avversione generica o di repulsione per la donna. Le donne nella cultura in cui viviamo sono sia considerate che trattate come persone di qualità inferiore. Ed ecco che non basta rispettare le differenze tra uomini e donne, dobbiamo anche renderle armonizzabili nel nostro vivere insieme.

Ho partecipato nella biblioteca comunale del mio paese, a un incontro di lettura in cui c’erano tutte donne femministe. Le donne presenti, dopo ogni mio intervento, erano molto aggressive nei miei riguardi. Quando ho chiesto spiegazioni circa la violenza verbale che scatenavano verso la mia persona, si sono lamentate degli uomini. Queste signore erano traumatizzate per come le avevano trattate, e le trattavano tuttora, gli uomini con cui avevano, oppure avevano avuto, relazioni. Loro mi hanno fatto presente che dovevo stare zitto e subire, perché loro per anni erano dovute stare zitte e avevano dovuto subire le prevaricazioni da uomini come me. Ho detto a queste donne, tutte laureate e professioniste, che in quanto umanità, potevamo risolvere completamente il problema della violenza che ricevevano dagli uomini, attraverso lo sviluppo della partenogenesi femminile, ovvero attraverso l’adozione di una riproduzione per far nascere tutte bambine, senza ricorrere a un gamete maschile. In tal modo avremmo dovuto solo sopportare gli uomini rimasti sino a quando fosse morto l’ultimo di loro ed avremmo avuto un’umanità completamente formata da donne.
Ho chiesto a quelle professoresse che si incontrano per leggere libri, e per linciare gli uomini che per caso capitassero al loro tiro, se quella non sembrasse loro una buona soluzione. In risposta ho registrato un sonoro NO.

Ci ho riflettuto per capire cosa significasse questo NO ad una umanità tutta femminile. Penso di aver capito che la soluzione, per quelle donne, non è rappresentata dall’eliminazione delle persone di genere maschile e ho riflettuto che anche per me, che faccio parte delle persone di genere maschile, la soluzione non è eliminare quelle di genere femminile. E mi è venuto in mente che la soluzione è rappresentata dall’armonia tra uomini e donne. E sappiamo tutti che l’armonia tra donne e uomini richiede rispetto.
Ma come facciamo a mettere in atto il rispetto reciproco per ottenere finalmente l’armonia se nelle famiglie e nelle scuole veniamo educati pensando che gli uomini abbiano più valore rispetto alle donne? Come può esserci il rispetto reciproco e l’armonia se siamo stati educati nella credenza che ci sia una differenza di valore tra uomini e donne?
Mia moglie, le mie sorelle oltre che mia figlia e le mie nipoti nei discorsi che facciamo affermano di aver sempre voluto la pari opportunità. Se due persone fanno lo stesso lavoro una di loro non può guadagnare più dell’altra, né si può dare un accesso preferenziale al lavoro a persone di genere maschile escludendo quindi quelle di genere femminile. Noi umani siamo tutti diversi, abbiamo storie diverse, genetiche diverse … ecco perché il problema non è l’uguaglianza, ma l’armonia nella coesistenza nel rispetto reciproco e nel riconoscimento della legittimità reciproca.
La nostra società occidentale, quella dei paesi ricchi e anche quella dei paesi poveri ha una cultura che discrimina le persone di genere femminile.
Ogni discriminazione si basa su una teoria che giustifica perché non si debba amare l’altro, che giustifica il perché si debba negare l’altro.
Vi invito ad una riflessione comune, io l’ho fatta e sono davvero rimasto stupito dalle conclusioni a cui sono giunto. Ho osservato tutte le situazioni di discriminazione e di differenza che mi sono venute in mente. Ho chiesto a me stesso e alle persone che mettevano in atto situazioni di discriminazione e di differenza, il perché stessero facendo quello che stavano facendo. Sia quando l’ho chiesto a me, che quando ho chiesto a queste persone, ho ricevuto in risposta una teoria che giustifica le discriminazioni e i differenti trattamenti.

Ma qual è questa teoria? Che le donne, in generale, siano umorali, isteriche, irrazionali, inadatte alle responsabilità perché lunatiche ecc. tutte caratteristiche che convincono gli uomini di una presunta superiorità derivata da maggiore razionalità.
Cosa c’è dietro? Qual è l’emozione che hanno gli uomini e che li mette nelle condizioni di prendere per vere queste affermazioni?
L’uomo cerca il suo benessere che identifica nel “piacere di essere servito” che può pretendere se c’è qualcuno che glielo dà perché ubbidiente e sottomesso. Questo qualcuno è la donna che addirittura riceve prescrizioni di sottomissione anche dalla religione o da altre donne come nel caso del successo del libro “Sposati e sii sottomessa” di Costanza Miriano.
La cultura nella quale viviamo prevede la garanzia del benessere derivante dal “piacere di essere servito” per tutti. È la cultura che vede al centro il POTERE in forza del quale si ottiene la sottomissione e l’ubbidienza delle persone che poi daranno a chi lo esercita il benessere derivante dal “Piacere di essere servito”.
Le oligarchie ottengono ubbidienza e sottomissione dagli altri e quindi in conseguenza il piacere di essere serviti. Ma ogni uomo sposando una donna ottiene la stessa cosa esercitando il POTERE.
In definitiva ci troviamo di fronte a una cultura NON UMANA.
Il piacere dell’essere serviti è inscindibile dal piacere di servire, c’è una reciprocità dinamica assoluta che è possibile solo con la libera scelta di servire.
Questa caratteristica dell’UMANITA’, ovvero il libero esercizio del servire, che da piacere sia a chi lo mette in atto, che a chi lo riceve, è degenerato attraverso l’esercizio del potere che, attraverso la violenza, ottiene la sottomissione e l’ubbidienza di una persona che per non perdere la vita, o una utilità, o per proteggere la sua famiglia, fa finta di servire.
Il potere ottiene un comportamento falso che imita quello umano ma che NON E’UMANO.
Concludo affermando che tutta questa riflessione è servita a me, perché attraverso la consapevolezza, ho desiderato di abbandonare la cultura patriarcale misogina, per passare a quella della collaborazione. La questione per me è stata quella di “desiderare di collaborare”; non c’è stato bisogno di altro.
Spero che tutti quelli che leggeranno queste parole possano riflettere e sono certo che, se lo faranno, certamente abbandoneranno la cultura patriarcale, che riserva SOLO UN AMORE DI PLASTICA, FINTO, COME È FINTO IL PIACERE DI FARE SESSO CON UNA BAMBOLA GONFIABILE.