di Marcello Buttazzo –

Nelle stanze del potere si torna a parlare nientemeno che di leva. Roberto Menia, senatore di Fratelli d’Italia, vicepresidente della Commissione Affari esteri e Difesa, e il deputato leghista Eugenio Zoffili hanno idee retrograde. L’analisi del senatore Menia è sconfortante: “Penso a 6 mesi di naja, non solo per i ragazzi ma anche per le ragazze, per ridare loro moralità e spingerli così al rispetto delle norme”. La mansione morale dovrebbe essere insegnata quotidianamente dalla famiglia, dalla scuola, dalle altre agenzie educative. Le norme, caro senatore Menia, si apprezzano e si rispettano perché siamo cittadini d’una comunità. Sono sufficienti buoni corsi di educazione civica proposti dai professori italiani (i meno pagati d’Europa) e un intervento oculato e responsabile dei genitori, che sappiano mostrare chiaramente ai figli e alle figlie le regole auree dello stare al mondo. Addirittura il leghista Eugenio Zoffili, fedelissimo del “Capitano” Salvini, ha già depositato alla Camera una proposta di legge, che prevede la reintroduzione del servizio di leva obbligatorio per i giovani fra i 18 e i 26 anni. Siamo al parossismo. Per il vicepremier Salvini la leva obbligatoria “è una grande forma di educazione civica da impartire a ragazzi e ragazze”. C’è poco da commentare. Possiamo solo osservare con sconforto da che tipo di classe politica siamo governati. 

Marcello Buttazzo